Grazie al lavoro del MoVimento 5 Stelle i canoni di concessione delle imprese petrolifere sono aumentati di oltre 1000 euro al chilometro quadrato. È stato, infatti, approvato il decreto ministeriale con cui vengono rivisti i canoni annui per le concessioni di coltivazioni e stoccaggio nella terraferma, nel mare territoriale e nella piattaforma continentale italiana.
Cosa cambia adesso?
Per anni, grazie alla complicità della politica, multinazionali straniere hanno sfruttato il nostro territorio e le nostre risorse per fare affari, pagando cifre irrisorie. Abbiamo, in pratica, svenduto le nostre risorse per ricavarne le briciole.
Le piattaforme petrolifere hanno trivellato i nostri mari, guadagnando miliardi, ma i canoni di concessione erano fermi dal 1998. Nemmeno il passaggio di valuta con l’avvento dell’Euro aveva cambiato le cose. Per estrarre idrocarburi dai nostri territori si è sempre pagato un canone ridicolo, di 57 euro per chilometro quadrato, che portava alle casse dello Stato un guadagno di poco più di 1 milione di euro.
Grazie al nostro impegno, ora i canoni per tutte le multinazionali del petrolio aumenteranno di circa 25 volte. Se prima per estrarre idrocarburi dai nostri territori si pagavano 57 euro per chilometro quadrato, ora se ne dovranno pagare 1481. Un risultato storico, che concretizza un lavoro iniziato nel gennaio scorso, con l’approvazione del decreto Semplificazioni.
Un passo alla volta stiamo intervenendo su più fronti per risolvere i problemi generati dalla mala politica degli scorsi anni, cancellando sprechi e vecchi privilegi e tutelando l’ambiente e la salute dei cittadini.
Un passo alla volta: Dopo aver bloccato otto pozzi di petrolio nel canale di Sicilia e sospeso più di 150 permessi di ricerca e ed esplorazione del sottosuolo negli scorsi mesi, oggi siamo intervenuti per razionalizzare il sistema delle concessioni petrolifere. Per oltre 20 anni i nostri mari e le terre sono stati svenduti nel silenzio dei governi passati. Da oggi non sarà più così.