Nella scuola che vogliamo la qualità della formazione dei ragazzi è messa sempre al primo posto e per raggiungere quest’obiettivo la valorizzazione dei docenti è un elemento indispensabile.
È a quest’idea di scuola che diamo forma con il decreto Istruzione appena approvato alla Camera: un primo indispensabile passo verso un sistema più giusto ed efficiente, in grado di andare nella direzione della qualità e dell’innovazione.
48.000 assunzioni a tempo indeterminato è la risposta che diamo subito a migliaia di docenti precari che attendono da anni una stabilizzazione e ai neolaureati che così avranno l’opportunità di mettere le loro energie a disposizione del sistema scolastico italiano.
Presto, infatti, saranno banditi due concorsi:
- il primo, straordinario, sarà rivolto appunto a chi già lavora da almeno 36 mesi e porterà all’assunzione di 24.000 docenti a tempo indeterminato
- il secondo, ordinario e sempre da 24.000 posti, sarà rivolto a chi non ha ancora esperienza nel mondo della scuola ma ha i titoli e il merito per iniziare a insegnare. Quelli che non supereranno il concorso, ma avranno ottenuto un punteggio di 7 su 10, potranno comunque avere accesso alle procedure per l’abilitazione all’insegnamento.
Con il decreto Istruzione, al cui testo originale hanno lavorato in particolare il nostro ministro Lorenzo Fioramonti e la nostra sottosegretaria Lucia Azzolina, iniziamo quindi a ridurre le interminabili file dei precari storici, ma contemporaneamente guardiamo alle future generazioni di docenti, dando loro l’opportunità di vivere la professione con la giusta e meritata serenità. Una serenità che avrà effetti benefici su studenti e famiglie, che potranno contare su una didattica e un servizio migliore.
Grazie al grande impegno della nostra portavoce alla Camera Vittoria Casa, relatrice del provvedimento, il testo della legge di conversione del decreto è stato arricchito con il lavoro svolto nelle commissioni Cultura e Lavoro della Camera, il cui contributo ne ha ampliato e potenziato la portata, andando incontro alle esigenze espresse da diversi soggetti del mondo dell’istruzione. In particolare, grazie agli emendamenti messi a punto dal lavoro congiunto di tutta la maggioranza, abbiamo recuperato ben 9.000 posti di lavoro in più liberati da Quota 100, mentre con la cosiddetta “call veloce” abbiamo superato una norma assurda che fino a oggi ha impedito di occupare migliaia di cattedre vuote: una volta entrata in vigore, tutti i vincitori e gli idonei di concorso e gli iscritti alle GAE (Graduatorie a esaurimento) avranno finalmente la possibilità di spostarsi in un’altra Regione per lavorare, a condizione che rimangano lì almeno per 5 anni, in modo da garantire la continuità didattica e dunque tutelare in primis gli studenti.
A queste importantissime misure se ne aggiungono molte altre che vanno nella direzione di risolvere nodi epocali intervenendo su scuola, università e ricerca: ad esempio, si trasformano le graduatorie di istituto in graduatorie provinciali così da eliminare ingiuste discriminazioni nell’accesso al lavoro tra chi, ad esempio, vive in una grande città rispetto a chi abita in un paese con poche scuole. E si individuano soluzioni per stabilizzare tanti ricercatori italiani, rendendo il nostro Paese più “appetibile” sia per i “cervelli” fuggiti all’estero sia per gli studiosi stranieri.
Con il decreto Istruzione iniziamo a “riprogrammare” la scuola italiana e tutto il sistema della formazione, partendo da tre parole chiave del MoVimento 5 Stelle: centralità del merito, valorizzazione dell’esperienza e lotta al precariato.
Quello che gli altri affermavano fosse impossibile noi lo stiamo facendo.