Il decreto fiscale è stato approvato da pochi minuti alla Camera dei Deputati.
È la rivoluzione del buon senso. Niente proclami impossibili da mantenere ma tante misure utili ai cittadini e alle imprese.
Due sono state le stelle polari del provvedimento: semplificazioni, per liberare le energie produttive delle imprese dai lacci della burocrazia, e lotta serrata alla grande evasione fiscale.
Per quanto riguarda quest’ultima abbiamo aumentato le pene per alcuni reati tributari a partire dalla dichiarazione fraudolenta, la cui pena massima sale a 8 anni. Non è giustizialismo o stato di polizia, come dice qualcuno, ma certezza della pena e lotta a chi sottrae al fisco somme enormi, perché verrà toccato dal carcere chi evade almeno 100.000 euro per singola imposta. Stiamo parlando di chi fattura milioni di euro e di chi si fa aiutare dai grandi studi tributari per inserirsi nelle pieghe delle legge italiana.
L’estensione della confisca per sproporzione per chi evade oltre 200.000 euro è un atto concreto e allo stesso tempo fortemente simbolico, visto che fino a ieri riguardava solo pochissimi reati, fra cui quelli di mafia. Significa che a chi possiede patrimoni giganteschi, non giustificati dal reddito dichiarato, lo Stato può confiscarne una parte, a meno che il proprietario non riesca a giustificare la differenza tra patrimonio e reddito.
Non verranno toccati da queste misure i commercianti, i professionisti, le piccole imprese che spesso dichiarano i redditi ma non riescono a pagare le imposte perché sono in difficoltà. Non siamo noi quelli della guerra agli scontrini. La piccola evasione va contrastata con incentivi per i pagamenti elettronici, come il bonus Befana che approveremo in Manovra.
Il decreto fiscale, però, è anche molto altro. Sono tantissime le misure di giustizia fiscale che abbiamo portato a casa in commissione: un taglio netto alla Tampon Tax, con riduzione dell’Iva dal 22 al 5% nel caso di assorbenti lavabili o compostabili, l’Iva al 4% per i veicoli elettrici o ibridi acquistati da persone con disabilità, l’aumento della pressione fiscale sulle piattaforme petrolifere, l’8 per 1000 all’edilizia scolastica, il rinnovo nel 2019-2020 della compensazione tra debiti e crediti verso la pubblica amministrazione, l’estensione dei Piani Individuali di Risparmio (PIR), il rinvio delle multe per gli esercenti che non usano il POS, perché prima abbiamo promesso di trovare un accordo con le banche per abbassare fortemente le commissioni sui pagamenti elettronici.
E ancora: il rinvio della multa per chi non compra il seggiolino anti abbandono e la lotta alle false cooperative, tutelando i lavoratori che spesso vengono usati e gettati in mezzo ad un strada senza che la ditta abbia versato al fisco i contributi.
Per quanto riguarda le semplificazioni ricordiamo in particolare che l’esterometro (invio dati su fatture da e verso l’estero) diventerà trimestrale, mentre ora è mensile. Significa tempo guadagnato per le imprese e burocrazia in meno.
Infine vogliamo ricordare due misure di cui andiamo particolarmente orgogliosi.
Con la prima abbiamo fatto sì che gli interessi (di mora e non solo) applicati sui tributi dovuti al fisco da cittadini ed imprese non possano mai più superare il 3%. In passato sono arrivati fino all’8%. Abbiamo detto basta allo Stato strozzino.
Con la seconda abbiamo fatto un primo passo verso l’RC Auto equa, consentendo di utilizzare la classe di merito del veicolo più favorevole per tutti i veicoli di proprietà del nucleo famigliare, a partire dal prossimo rinnovo dell’assicurazione. Ossigeno puro per tantissime famiglie.
È stato un decreto complicato da portare a termine, combattuto ma a conti fatti appassionante e molto positivo per i cittadini italiani. Questo ci ripaga di qualsiasi sforzo.