Con l’inchiesta di oggi verrebbe alla luce un vero e proprio sistema di corruzione con le tasche dei milioni di italiani che attraversano lo Stretto di Messina. O peggio ancora, che ci vivono. La giustizia farà il suo corso, ma è ora che chi gestisce il ‘monopolio’ dei trasporti via mare tra Sicilia e Calabria dia delle spiegazioni alla Giustizia e ai cittadini.
di Francesco D’Uva e Federica Dieni
Scambio di favori, malgoverno, corruzione e altre gravi accuse. Emerge questo dagli atti dell’indagine che oggi ha portato, sullo Stretto di Messina, agli arresti domiciliari del sindaco di Villa San Giovanni Giovanni Siclari, del presidente del Consiglio di Amministrazione della compagnia ‘Caronte&Tourist’ e dell’amministratore delegato della stessa società che gestisce i traghetti tra la Calabria e la Sicilia. Un’inchiesta che coinvolge anche altri indagati, tra i quali anche uno per concorso esterno in associazione mafiosa.
Ancora una volta sembrerebbe proprio il solito sistema, che noi combattiamo da sempre: ‘amici degli amici’, prepotenza e imposizione di interessi privati sulla pelle dei cittadini. Anzi, in questo caso il sistema avrebbe un nome preciso: ‘Sistema Morabito’, dal nome del responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Villa San Giovanni, figura descritta come centrale dagli investigatori. In un contesto, poi, dove i trasporti di cui parliamo sono gestiti in una situazione quasi di ‘monopolio’.
Cosa avrebbero fatto i vertici della ‘Caronte’ da una parte e gli amministratori del Comune dall’altra? Semplice: l’accusa è quella di un sistema corruttivo per avvantaggiare pochi a danno di tutti i cittadini. Tra i tanti episodi, viene citato quello relativo alla realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione. Per un verso, dal Comune, avrebbero dato permessi che non si potevano concedere per agevolare la realizzazione dei lavori di ammodernamento. Per altro verso, i vertici della società avrebbero promesso assunzioni e utilità varie.
Questo non ce lo stiamo inventando noi, leggete cosa viene fuori dell’inchiesta: al Comune sarebbero stati ‘stabilmente asserviti al perseguimento degli interessi della società Caronte & Tourist’ in cambio di ‘favori, utilità e sovvenzioni a funzionari e amministratori locali del comune di Villa San Giovanni’. E ancora: ‘Un quadro desolante di gestione dell’ufficio tecnico del comune di Villa San Giovanni’, ‘una gestione quasi privatistica di un ufficio pubblico’.
Per non parlare del sindaco di Forza Italia, che secondo chi indaga sarebbe stato l’interlocutore dei vertici di ‘Caronte’, in vista dell’ ‘affidamento dell’area sulla quale la società aveva progettato la realizzazione dei lavori’. Il sindaco Siclari avrebbe ‘fatto pesare la sua influenza politica per ottenere dalla società di navigazione indebiti vantaggi che si sono concretizzati in assunzioni di persone e contributi economici e quindi, in un ritorno in termini di consenso politico-elettorale’.
Un quadro che provoca tanta indignazione. Tra chi spadroneggia sulle cose di tutti, e quei tutti costretti a subire e a perdere opportunità. Per fortuna, a quanto emerge dall’inchiesta, alcuni cittadini hanno alzato la testa e hanno contribuito a denunciare questa situazione. Probabilmente anche perché sanno che dalla loro parte, oltre a magistrati e forze dell’ordine pronti e reattivi, c’è una forza politica come il MoVimento 5 Stelle che combatte ogni giorno il malgoverno e la corruzione. E lo fa con provvedimenti concreti e già pienamente operativi, come la legge Spazzacorrotti.
Adesso per i personaggi che sfruttano il loro ruolo pubblico o di potere per perseguire i loro affari loschi la musica è cambiata. Su questa specifica vicenda aspettiamo gli sviluppi del procedimento, ma intanto ringraziamo gli inquirenti, che grazie alle loro inchieste fanno luce sulla gestione di questi servizi in riva allo Stretto, dove transitano milioni di passeggeri.
Contro il malaffare e la corruzione non arretriamo di un millimetro, avanti tutta!