Dopo lo shopping frenetico alla ricerca del prezzo migliore, arriva il momento della solidarietà e della sostenibilità.
Non c’è solo il Black Friday e il Cyber Monday, sembrano dire gli organizzatori del Giving Tuesday, la giornata mondiale del dono che si celebra oggi in tutto il mondo. Un martedì dedicato alla riflessione sul dare (e ricevere) gratuito e sulla necessità di rivedere il nostro stile di vita e di consumi per renderlo sostenibile e dare il nostro contributo di solidarietà con chi ha meno e con il Pianeta.
Nata negli Stati Uniti nel 2012 in contrapposizione alle due giornate dedicate interamente allo shopping prenatalizio a prezzi scontati, questa iniziativa è arrivata in Italia nel 2017 e coinvolge persone, organizzazioni non profit, scuole, università, Comuni e aziende, raggiungendo nel 2018 più di 150 Paesi.
Sono tantissimi i progetti di solidarietà presentati anche quest’anno, perché oltre alla frenesia del regalo, in Italia cresce costantemente la cultura del dono, della solidarietà e della sostenibilità.
Ma come funziona e quali sono le peculiarità del Giving Tuesday italiano?
Lo abbiamo chiesto a Marco Cecchini, presidente di Aifr, l’Associazione Italiana di Fundrasing che promuove l’iniziativa.
Questi giorni di shopping frenetico come si conciliano con la richiesta di fare un dono?
Il Black Friday è un grande facilitatore. Le persone alla fine di questo weekend di spese senza freno si sentono in obbligo verso il prossimo. Si è speso il più delle volte in articoli superflui o comunque di non prima necessità e quindi ci sentiamo un poco in colpa. Quale miglior palliativo che fare un dono? Ad esempio In America, la patria del Giving Tuesday, le donazioni in questa giornata hanno raggiunto lo scorso anno un picco di quasi 400 milioni di dollari, quanto nelle giornate natalizie.
Chi aderisce di più a queste iniziative?
È una platea eterogenea, sul sito givingtuesday.it, la piattaforma che raccoglie i progetti pubblicati per celebrare la giornata mondiale del dono, si può vedere questa assoluta varietà di iniziative. Quest’anno abbiamo cercato di aggregarle con una ricerca per categoria: ambiente, inclusione sociale, cultura… E si può vedere come tutte queste categorie siano rappresentate da tanti progetti.
Una cosa è certa: l’interesse per l’iniziativa Giving Tuesday è esplosa. Siamo passati da seimila presenze nel periodo ottobre-novembre 2018 a quasi 100mila nel 2019, con una crescita di oltre il 1200%, a dimostrazione di quanto sia cresciuto l’interesse per questa giornata. Un altro dato significativo è che circa 5mila persone si sono iscritte spontaneamente alla nostra newsletter per rimanere aggiornate.
C’è un legame tra solidarietà, cultura del dono e tutela dell’ambiente?
Credo proprio di sì. Cultura del dono vuol dire anche solidarietà verso il prossimo. Ormai l’ambiente è interconnesso con il prossimo, si identifica come parte integrante delle persone che convivono in un territorio e di conseguenza con le future generazioni. Abbiamo un partner che ha sponsorizzato il Giving Tuesday promuovendo un premio per il miglior progetto di natura ambientale, a dimostrazione che anche la tutela dell’ambiente è entrato a far parte della missione di molte organizzazioni non profit.
Iniziative come la vostra hanno soltanto un valore simbolico o possono determinare cambiamenti nella società?
L’obiettivo è proprio quello di generare un movimento di solidarietà e portare la cultura del dono nel Dna delle persone. Non più donare solo su stimoli emotivi momentanei (la catastrofe ambientale, i bambini malnutriti o peggio), dove la notizia o le immagini sono l’elemento trainante e motivante. Si deve ormai imparare a considerare la donazione come parte di spesa sul nostro bilancio familiare. Imparare a donare senza particolare motivazione emozionale vuol dire iniziare a guardare il prossimo con una prospettiva diversa ma soprattutto a considerarlo fratello e non estraneo alla nostra sfera familiare, esterno al nostro essere. Il fatto poi che la giornata sia celebrata allo stesso tempo in oltre 150 paesi del mondo e quindi da centinaia di milioni di persone ci accomuna e ci porta a sentirci tutti uguali, trainati da uno stesso spirito di bene: aiutare gli altri. Io ho un motto: “Ricorda, con un dono puoi unire il mondo”. Se quindi cominciamo tutti a pensare in questi termini è chiaro che anche la società sarà cambiata con valori ben differenti, dove la solidarietà diventa il filo conduttore.