Il MoVimento 5 Stelle è nato per cambiare l’Italia e l’Europa, spazzare via corruzione e partitocrazia e affermare la giustizia sociale.
Questi obiettivi si raggiungono solo stando al governo, a Roma come a Bruxelles. Grazie alla nostra perseveranza e alla nostra tenacia, la Lega ha votato il Reddito di Cittadinanza e il Partito Democratico il taglio dei parlamentari. Sembra un ossimoro, ma questi erano risultati inimmaginabili fino a pochi anni fa. Indietro non si torna. Stiamo cambiando il sistema, anche in Europa.
A Bruxelles i nostri interlocutori hanno altri nomi: si trovano in Commissione dove nascono le proposte legislative o in Consiglio dove molti provvedimenti si bloccano per via dell’egoismo di alcuni Stati membri. Non si può cambiare l’Italia senza una presenza e un’azione forte a Bruxelles, lo abbiamo visto con il MES, che noi vogliamo cambiare.
Governare non è il fine, ma il mezzo per il cambiamento.
Lo scorso mercoledì 27 ottobre, il MoVimento 5 Stelle ha confermato il voto a sostegno espresso a luglio sulla nuova Commissione. Non c’erano ragioni per cambiare idea. Durante una riunione di delegazione alcuni colleghi portavoce hanno espresso dubbi sull’effettivo cambiamento rappresentato da questa Commissione. Legittimo, ma la Commissione non ha ancora iniziato il suo lavoro e tutti i Commissari, anche quelli che finora sono stati ostili verso l’Italia, dovranno adeguarsi alle priorità proposte dalla Von der Leyen e votate dal Parlamento europeo grazie ai nostri voti decisivi. Ci siamo schierati con coerenza e i distinguo di alcuni di noi, che per la prima volta nella storia della delegazione al Parlamento europeo hanno violato la regola del rispetto del voto della maggioranza, non peseranno sull’incisività delle battaglie che faremo in Europa. Perché il MoVimento 5 Stelle è unito sugli obiettivi da perseguire.
Sia chiaro: tra conflitti di interessi, impreparazione e pressappochismo e nostalgia dell’austerity il rischio che tutto cambi per non cambiare nulla c’è. Ma bisogna prendere atto di una cosa: Juncker era l’uomo delle banche e dei paradisi fiscali, la Von der Leyen no. Lei parla di rafforzare le tutele sociali, di Green New Deal, di ricollocamento obbligatorio dei migranti sbarcati nel nostro Paese in altri Paesi Ue. Nel suo programma ci sono la riforma del Patto di Stabilità e crescita, più investimenti per il digitale e il coinvolgimento dei cittadini nel processo di riforma delle Istituzioni con una conferenza sul futuro dell’Europa da avviare nel 2020.
Questi sono i temi del nostro programma di 24 punti delle scorse elezioni europee e sulla realizzazione di queste promesse giudicheremo il lavoro svolto dalla Commissione. Inoltre, il MoVimento 5 Stelle è al governo: per il bene dei cittadini i nostri Ministri dovranno dialogare e stringere accordi con i nuovi Commissari. Un voto negativo della nostra delegazione avrebbe, dunque, indebolito l’Italia e avrebbe sconfessato il programma stesso del MoVimento 5 Stelle alle elezioni europee. Tra chi si autocondanna a non contare nulla in Europa e chi scodinzola a Bruxelles, c’è uno spazio politico che vogliamo occupare: il MoVimento 5 Stelle è una forza europragmatica che vota sì alla nuova Commissione europea per difendere l’Italia e i cittadini italiani ma che è pronta a ritirare il suo sostegno se queste speranze di cambiamento verranno tradite.
La chiusura di Ursula Von der Leyen allo scorporo degli investimenti green dai vincoli del Patto di Stabilità è sbagliata. Senza coraggio e convinzione il Green New Deal nascerebbe monco e senza lo scorporo solo pochi Paesi si potranno permettere maggiori investimenti verdi, escludendo di fatto chi non ha margini fiscali. Il maquillage verde per ripulirsi la coscienza è l’unico ambientalismo di facciata che conosciamo, ma il Parlamento europeo ha dichiarato l’emergenza climatica e il Pianeta ha bisogno di noi.
Ecco perché faremo cambiare idea a Ursula Von der Leyen: la sua maggioranza ha i piedi di argilla e noi abbiamo già dimostrato in diverse occasioni di essere l’ago della bilancia al Parlamento europeo.
Non esiste Europa senza Italia.