Oggi abbiamo approvato in via definitiva un decreto legge, il cosiddetto Dl Sisma, che ha nella concretezza e nel realismo messo al servizio dei cittadini il suo credo. Un provvedimento volutamente privo di fronzoli e di leziosità, scevro delle tante fanfaronate e sparate che troppo spesso in questi anni abbiamo sentito pronunciare da molti dentro e fuori ai palazzi, relativamente alle aree del paese colpite da eventi sismici. Partendo da colui che visitando la tendopoli invitava i terremotati de L’Aquila ad andare al mare a Pasqua, che tanto avrebbe pagato lui. Ve lo ricordate Berlusconi? Alle vane promesse di ricostruzione in tempi rapidi, precisi e certi, addirittura prima della fine di una legislatura fortunatamente finita prima di fare altri danni, per arrivare a chi in tempi più recenti diceva che avrebbe restituito alle comunità “paesi più belli di com’erano prima”.
Tante, troppe zone colpite da questo dramma negli ultimi anni si sono dovute misurare con la frustrazione di una politica che, complice anche la cronica assenza di risorse, ha sempre fatto fatica a fare proposte organiche e talvolta ha disatteso gli impegni presi con un tasso eccessivo di strafottenza.
Oggi tentiamo di muovere un passo. Un passo necessario, per accompagnare la tenacia e il temperamento di quelle comunità che da anni si sono trovati a vivere in una quotidianità letteralmente violata dalla natura.
Un nutrito pacchetto di misure che si pone l’obbiettivo di “alleggerire” le micro-economie delle zone colpite e insieme di procedere con quei primi step necessari per avviare, stavolta per davvero, la ricostruzione. Vedere i comuni sventrati dal terremoto disseminati di cantieri, è il modo migliore per lanciare un segnale di speranza atteso ormai da anni, soprattutto nelle aree devastate del centro Italia.
Nel frattempo, si è resa necessaria la proroga dello stato di emergenza, per poi procedere con lo snellimento delle procedure per la ricostruzione pubblica e privata. Sulla ricostruzione dei danni di lieve entità, abbiamo prorogato il termine per presentare i documenti al 30 giugno 2020. Per dare maggiore efficienza a questi processi, sono stati stanziati 2 milioni di euro per assumere personale amministrativo e contabile nei comuni per lo svolgimento delle pratiche della ricostruzione. Si potrà procedere con l’autocertificazione del progetto di ricostruzione da danni lievi per sveltire le pratiche della ricostruzione, senza l’obbligo di attestare la conformità urbanistica da parte del tecnico.
Il decreto però include molto altro. C’è uno sconto del 60% sulla cosiddetta busta paga pesante, vale a dire quegli oneri fiscali e previdenziali sospesi nel biennio 2016 e 2017. Ma per i terremotati del Centro Italia, la serie di provvedimenti adottati è nutritissima. E’ prorogata fino al 1° gennaio 2021 la sospensione del pagamento delle bollette di acqua, luce, gas per gli immobili danneggiati e inagibili, siano essi casa di abitazione, studio professionale o azienda. Abbiamo esteso anche ai territori dei comuni delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria la misura “Resto al Sud”, eliminando il limite di età per i comuni maggiormente colpiti. Abbiamo eliminato l’IMU sugli immobili inagibili, che vengono anche esclusi dal computo per l’Isee.
Sono stati poi stanziati contributi a fondo perduto e mutui a tasso zero in favore delle imprese agricole. Con questo Dl viene poi esteso il fondo di garanzia per le PMI da 3 a 6 anni, comprese le imprese dell’agroalimentare per importi garantiti fino a 2,5 milioni. Abbiamo provveduto al blocco degli aumenti dei pedaggi autostradali della Roma-Teramo e della Roma-Pescara fino al 2021, misura fondamentale per evitare disagi ulteriori agli utenti. Il provvedimento prevede le anticipazioni del 50% dei compensi dei professionisti che si occupano della ricostruzione e costituzione di un fondo di rotazione.
Per il terremoto che ha colpito i Comuni di Casamicciola Terme, Forio e di Lacco Ameno, sull’isola di Ischia il 21 agosto 2017, abbiamo previsto che tra le funzioni del Commissario straordinario per la ricostruzione rientrino anche quelle di provvedere alla cessazione dell’assistenza alberghiera e alla concomitante concessione del contributo di autonoma sistemazione.
Abbiamo predisposto semplificazioni e soprattutto nuove risorse per la ricostruzione post-sisma de L’Aquila del 2009 e dell’Emilia Romagna del 2012.
Insomma, con questo decreto abbiamo voluto badare al sodo, consapevoli che non è facile far tornare alla normalità comuni che hanno subito uno shock economico e sociale di queste proporzioni. Una legge quadro, per affrontare i casi di fenomeni simici, consentirebbe di evitare che ogni volta si ripeta la logica stantia di situazioni emergenziali che vengono affrontate come nuove quando in realtà non lo sono.
Visto il clima collaborativo che ha accompagnato questo decreto, non sarebbe poi un sogno irrealizzabile.
Intanto però, mettiamo a norma tante piccole grandi cose importanti per tutte quelle migliaia di cittadini che si trovano a passare un altro Natale di grande sofferenza.