In Italia ci sono 20 milioni di cittadini che vivono una situazione paradossale ed antieconomica: abitano in condominio (ve ne sono un milione e duecentomila sparsi da Nord a Sud), vogliono risparmiare sulla bolletta elettrica, ma in pratica non possono farlo perché le leggi attuali gli impediscono di usufruire della corrente elettrica che potrebbero auto-prodursi con un proprio impianto fotovoltaico sul tetto.
Ragionamento analogo vale, altresì, per tutti i 60 milioni di cittadini italiani che sanno che potrebbero risparmiare sulla bolletta, costruendo impianti di energia a fonte rinnovabile “di comunità” tra vari cittadini che abitano in abitazioni tra loro separate, per poi condividersi tra loro l’energia. Anche in questo caso la legge glielo impedisce.
Noi del Movimento 5 stelle da anni lottiamo contro queste situazioni illogiche ed antieconomiche, ed ora siamo finalmente lieti di potervi annunciare di essere molto vicini alla loro risoluzione. Nel decreto legge c.d. “Milleproroghe”, infatti, abbiamo presentato un emendamento che cancellerebbe tali divieti e renderebbe possibili tali modalità di consumo. Consumo che nel primo caso, quello dei condomini, si chiama “Autoconsumo collettivo” mentre nel secondo caso viene definito con l’espressione “Comunità Energetiche”, entrambi le forme anche con apposito incentivo di dotare tali impianti con delle “batterie” per immagazzinare l’energia e averla disponibile anche di notte.
Quando questa norma diventerà legge, milioni di cittadini avranno l’opportunità di risparmiare sulla bolletta elettrica, autoproducendosi la corrente elettrica mediante impianti “comuni”, vuoi sul tetto di un condominio per coloro che vi vivono, vuoi in qualsiasi altro sito per cittadini che vogliono agire collettivamente formando appunto una “Comunità dell’energia” che si costruisce propri impianti per utilizzarne poi la corrente prodotta.
In tutta la questione, c’è un aspetto che va evidenziato: i benefici non saranno soltanto per chi fa parte di quelle comunità energetiche, ma per tutti, e con tutti va inteso l’intero Paese.
In primo luogo, costruendo nuovi impianti di energia a fonte rinnovabile aumenterà l’offerta di corrente elettrica, e più offerta significa più concorrenza e quindi riduzione del costo della “materia prima”.
In secondo luogo, si tratta di energia prodotta interamente in Italia, con tecnologie, prodotti e servizi di aziende ed artigiani italiani, non di importazione di petrolio e gas dall’estero, che arricchisce soggetti esteri e ci fa rimanere legati alle vicende e ai rischi geopolitici internazionali che la cronaca continuamente ci riporta.
Aumentare l’autoconsumo (cioè produrre e consumare nello stesso luogo), infine, significa meno “traffico” di elettroni sulla rete “pubblica”, quindi meno “stress” per la stessa, nel senso di minori “picchi”, minori perdite, minori sbilanciamenti. Tutti eventi che determinano costi, che sono poi pagati con le bollette di tutti gli italiani.
Avremo insomma un sistema più efficiente e quindi meno costoso per tutti.
Quello di cui parliamo è pertanto un vero e reale progresso STRUTTURALE, non un mero giochino contabile o fiscale, con il quale magari si diminuiscono le tasse ad alcuni, ma si alzano ad altri, o si risparmia su un comparto per finanziarne un altro. Qui siamo in presenza di un’evoluzione tecnologica e normativa che apporta vantaggi a tutti.