Oggi si è costituita la prima Commissione Parlamentare Bicamerale di inchiesta sul Forteto, da me richiesta con un Disegno di Legge presentato in Senato sin dal 2015, ed è stato eletto il suo presidente, Bruna Piarulli, a cui faccio i migliori auguri di buon lavoro. È un giorno speciale, uno di quelli che segnano un traguardo che in realtà è solo un nuovo punto di partenza per arrivare alla meta.
Nel 2013, appena entrata in Senato con il MoVimento 5 stelle, ho iniziato a portare all’attenzione dei miei colleghi, e dei parlamentari tutti, questa brutta storia che ancora era coperta da una coltre di silenzio e di omertà, nonostante fosse stata oggetto di diverse vicende giudiziarie.
Il Forteto nasce nel 1977, i suoi fondatori sono Rodolfo Fiesoli detto “il profeta” e Luigi Goffredi; si costituisce come cooperativa agricola, e sin dai primi mesi accoglie bambini e ragazzi, affidati dal Tribunale dei minori di Firenze che la considera una delle principali comunità toscane di recupero per minori disagiati, ma era semplicemente una comune, nella quale vivevano coppie di adulti e singoli, secondo un ideale comunitario di “famiglia funzionale” priva di legami di sangue.
Non conosciamo tutto ciò che accadeva lì dentro, ma quello che le autorità giudiziarie hanno scoperto negli anni, e grazie alle testimonianze che via via sono emerse, ha segnato la vita di bambini, adolescenti e adulti che nel Forteto hanno attraversato un inferno, fatto di manipolazioni mentali, abusi fisici e consegna del silenzio da parte di Fiesoli, colui che era considerato una guida spirituale, ma era l’animatore di una vera e propria setta. Una spirale di violenza psicologica che ha investito anche chi, una volta uscito fuori dalla comune, ha cercato in tutti i modi di essere creduto, ma si è trovato davanti qualcuno che lo accusava di pura invenzione. Il suicidio è stato per alcuni l’unico modo di liberarsi del Forteto.
Dal 1978, anno delle prime denunce a carico dei fondatori, si sono succedute una serie di vicende giudiziarie, fatte di processi e di sentenze ogni volta ribaltate, che hanno avuto ripercussioni economiche anche a livello nazionale: il 13 luglio del 2000 la Corte Europea dei diritti umani ha condannato l’Italia a pagare una multa di 200 milioni di lire per una vicenda legata al diniego opposto dal Forteto a una madre che voleva vedere i suoi figli affidati alla cooperativa. Finalmente nel novembre 2019 la sentenza della Cassazione ha condannato definitivamente Rodolfo Fiesoli per maltrattamenti e abusi sessuali, anche su minori. Successivamente, la cooperativa è stata sciolta.
Nel corso di questi 40 anni la cooperativa il Forteto, guidata sempre dal “profeta” ha continuato a prosperare e ricevere nuovi bambini in affidamento dal Tribunale, come se nulla fosse, ad attivare progetti educativi nelle scuole in collaborazione con docenti, associazioni, professori universitari, come testimonia un libro pubblicato a cura di Fiesoli nel 2009: “il libro dimenticato dalla scuola”.
La commissione di inchiesta, come previsto dal Disegno di legge approvato in Senato sarà dotata di specifici poteri ispettivi per “accertare i fatti e le ragioni per cui le pubbliche amministrazioni e le autorità giudiziarie interessate, comprese quelle investite di poteri di vigilanza, abbiano proseguito ad accreditare come interlocutore istituzionale la comunità Il Forteto, anche a seguito di provvedimenti giudiziari riguardanti abusi sessuali e maltrattamenti riferiti a condotte al suo interno”.
Oggi è un giorno nuovo.
Ci aspetta un duro lavoro, il vaso di Pandora non è stato del tutto scoperchiato e faremo in modo di togliere anche l’ultimo velo di omertà su una vicenda che ha segnato più di una generazione. Abbiamo il dovere morale, come rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni, di fare chiarezza per evitare il ripetersi di queste atrocità in altre parti d’Italia. Lo dobbiamo alle vittime, ai loro familiari, a noi tutti.