Il mare è la nostra ricchezza. Pensate a tutto quello che può offrirci: fonti rinnovabili, acqua, pesca, opportunità per le nostre imprese.
Da qui nasce l’idea della proposta di legge che ho presentato, per istituire una zona economica esclusiva al di fuori della fascia di mare che già ci appartiene, per tutelare l’elemento principale della nostra “Economia Blu”.
State seguendo quello che sta succedendo in Algeria, con le acque al largo della Sardegna?
Ecco, oltre a quello che il nostro Paese sta già tutelando sulla questione delle nostre acque al largo della Sardegna, questa legge andrebbe a disciplinare:
- chi vorrebbe intaccare la nostra sovranità su alcune porzioni di mare
- un maggiore raggio d’azione per le tantissime imprese italiane che lavorano nel settore marittimo
- una corretta regolamentazione della pesca e maggiore tutela dell’ambiente
Il mare è un bene prezioso per l’Italia e faremo di tutto per tutelarlo.
Il mare è una risorsa. Ed è anche un confine naturale sul quale ogni stato esercita una sua parte di sovranità. Lo sanno bene gli stati costieri che dalle acque territoriali e dalla piattaforma continentale da sempre ricavano parte della loro ricchezza.
L’Italia si affaccia sul Mediterraneo con oltre 8mila chilometri di coste e il mare definisce una parte importante della sua economia: oltre 200mila imprese con un valore aggiunto di 46,7 miliardi di euro e 885mila occupati. Anche la sicurezza del nostro Paese passa dal controllo del mare e da ciò che può offrirci.
È per questo che ho deciso di presentare una proposta di legge per l’istituzione di una zona economica esclusiva al di fuori della fascia del mare territoriale italiano.
Cosa significa? Significa sfruttare una possibilità prevista dalla convenzione delle Nazioni Unite di Montego Bay per avere un controllo diretto ed esclusivo su una porzione di mare più larga rispetto a quella prevista finora. Ovviamente tutto nel rispetto del diritto internazionale e degli accordi che di volta in volta verranno firmati tra gli Stati.
È un intervento legislativo necessario per regolare ad esempio la pesca e la tutela dell’ambiente e anche per rispondere a chi tenta di intaccare la nostra sovranità, cercando di appropriarsi di ciò che ci appartiene e che è motore della nostra “Economia Blu”. Esploriamo, sfruttiamo, gestiamo e controlliamo le risorse naturali del Mediterraneo, rispettando la legge e dialogando con i nostri vicini per fare in modo che il mare rimanga sempre un bene comune.