Qualcuno nella Commissione Contenziosa del Senato sta facendo le carte false per accogliere gli oltre 700 ricorsi sui vitalizi. Sentenze già scritte, giudici interessati direttamente dai vitalizi o amici di chi li incassa. Ormai questa brutta storia la conosciamo tutti. Ma facciamo un passo indietro e vediamo bene di cosa stiamo parlando.
A partire dall’1 gennaio 2019 i vecchi vitalizi sono diventati un trattamento contributivo, cioè commisurato a quanto ogni parlamentare ha versato nella carriera alla Camera o al Senato. Fino a dicembre 2018 a percepire il vitalizio erano circa 2600 tra ex deputati e ex senatori, per una spesa che in quell’anno aveva superato i 200 mila euro. Nel 2016 i signori privilegiati ci costavano già circa 193 mila euro. Con il ricalcolo ottenuto grazie alla delibera Fico il risparmio ottenuto 56 milioni di euro ogni anno, 280 a legislatura.
Ecco cosa disse l’ex presidente dell’Inps Tito Boeri nel maggio del 2016 in un’audizione nella commissione Affari Costituzionali della Camera a proposito dei vitalizi: Con le regole attuali la spesa per vitalizi è destinata ad eccedere anche nel prossimo decennio di circa 150 milioni l’anno i contributi versati da deputati e senatori […] In altri termini i vitalizi dei parlamentari sono quasi il doppio di quanto sarebbe giustificato alla luce dei contributi versati […] Mentre vi sono diverse gestioni in cui le pensioni effettivamente erogate sono significativamente superiori a quelle pagate coi contributi versati, in nessun caso il divario è così accentuato come nel caso dei vitalizi dei parlamentari.
Sono numeri sufficienti a far capire la posta in gioco: equità contro privilegi. Ma qui la questione prima ancora che di merito è di metodo e di credibilità. Non possiamo accettare che tutti i milioni di euro in ballo siano affidati al giudizio di persone in palese conflitto di interessi diretto o indiretto. Non possiamo accettare che una sentenza che deve essere emessa il 20 febbraio sia sui giornali già a gennaio. Con molto ritardo e anche grazie alla nostra pressione, il presidente della commissione Antonio Caliendo ha annunciato che si asterrà dal giudizio. Peccato che lo faccia dopo aver guidato tutta l’istruttoria. In generale la commissione rimane macchiata da un percorso con troppe ombre, bisogna ripensare tutto. Stiamo parlando di vitalizi, di un privilegio che i parlamentari si sono attribuiti da soli, serve il massimo dell’autorevolezza per valutare i ricorsi.