Da troppo tempo ormai attorno alla prescrizione e alla riforma del processo penale assistiamo a una campagna di disinformazione di massa. Chiariamo a beneficio di tutti i cittadini che, secondo la nostra Costituzione, hanno il diritto di essere correttamente informati.
1 – Dovrebbe essere scontato, ma sentendo i commenti di tante forze politiche, evidentemente non lo è: la riforma Bonafede che blocca la prescrizione dopo il primo grado di giudizio, è già una legge dello Stato. La norma è contenuta nella legge Spazzacorroti, la n. 3 del 2019, è entrata in vigore lo scorso 1 gennaio ed è attualmente in vigore. Quindi non è una “proposta”, non è una legge che deve ancora passare il vaglio del Parlamento: quindi chi dice che voterà contro – con tutti i giornali che riportano pedissequamente – non si capisce contro cosa dovrebbe votare.
2 – La revisione delle riforma della prescrizione non è nel programma di governo. Eppure non si parla d’altro da mesi, con posizioni da opposizione al Governo. Chi la riteneva così vitale per la tenuta dell’esecutivo doveva dirlo prima. E invece minaccia la stabilità del governo per un punto che non è neanche in programma.
3 – La riforma del processo penale per velocizzare i tempi dei processi c’è, è pronta da tempo e contiene al suo interno una lunga serie di misure che mirano ad azzerare i “tempi morti”, a stabilire – per quanto possibile – tempi certi e a rendere più efficiente il sistema. Nasce dai tavoli di confronto con gli addetti ai lavori e ha raccolto il consenso delle forze di maggioranza.
La domanda è: perché non si approva? Perché tutti sono distratti dalla prescrizione. Che però è già legge.
E i cittadini aspettano.