Queste sono giornate importanti.
Ecco cosa intendiamo quando si parla di prescrizione. Prendetevi un minuto di tempo per guardare questo video!
“Pensare che nessuno paghi per questo è veramente disumano”. Ecco in poche parole la spiegazione più chiara del motivo per cui abbiamo cambiato la prescrizione, bloccandola a partire dalla sentenza di primo grado. Per capirlo bene ciò di cui parliamo e su cui abbiamo lavorato con tanto impegno e responsabilità è sufficiente aprire gli occhi, conoscere ingiustizie come quelle del processo per la strage di Viareggio e ascoltare la coscienza.
Lo Stato, uno Stato serio come il nostro, non può permettersi di non arrivare fino in fondo in un procedimento penale, specie quando ci sono delle vittime. La prescrizione, fino allo scorso 1 gennaio – data dell’entrata in vigore della riforma voluta dal ministro Bonafede – era uno dei motivi per i quali, in molti casi, imputati già condannati in uno dei tre gradi di giudizio finiva per farla franca solamente perché il tempo per giudicarli era scaduto. Era inaccettabile e grazie al nostro lavoro siamo riusciti a porre un freno a questo drammatico fenomeno tutto italiano. La giustizia e il dolore non possono avere una data di scadenza.
Non era tollerabile che le vittime e i loro familiari subissero oltre al danno anche la beffa di un sistema incapace di rendergli giustizia. Porre rimedio allo scempio che si è abbattuto sulla vicenda giudiziaria di Viareggio, dove 32 persone hanno perso la vita a causa di un disastro ferroviario, non è più possibile. Parte dei reati contestati sono già caduti in prescrizione. Quello che abbiamo fatto è dare al Paese e ai cittadini una norma rivista e corretta, in grado di dare maggiori garanzie riguardo alla possibilità che i processi arrivino fino alla fine e che i colpevoli, quando vengono accertati come tali, non la passino liscia. Ma paghino e scontino davvero le loro pene!
Questo era il nostro obiettivo per gli italiani, e lo abbiamo realizzato.