La Rai non dedica al MoVimento 5 Stelle lo spazio di cui ha diritto. Il servizio pubblico, insomma, non fa il servizio pubblico. Questo dice l’Agcom nelle 36 pagine di delibera in cui spiega – punto per punto – da cosa scaturisce la scelta di multare l’azienda per un milione e mezzo.
Una scelta che per la tempistica sicuramente stupisce, l’Agcom in questo momento è in regime di prorogatio, non sfugge a nessuno.
L’Authority spiega che il MoVimento 5 Stelle soffre ‘una costante, reiterata e sistematica sotto-rappresentazione’. Si parla del 19,99% del totale di tempo di parola dei soggetti politici, mentre la Lega ha avuto il 20,48% e il Pd il 23,15%. Se si considera che il MoVimento 5 Stelle ha il 32,8% di rappresentanza alla Camera e il 31,1% al Senato va da sé il disequilibrio.
Non solo, i dati che leggiamo sono situazioni che abbiamo denunciato più volte. Insomma, uno squilibrio che non ci stupisce. Abbiamo parlato della disparità di trattamento. Abbiamo segnalato un Tg2 politicizzato. Abbiamo chiesto e lavorato per un’azienda lontana dalla lottizzazione dei partiti. E, un po’ ci fa anche sorridere, questo è il risultato.
Ci fa sorridere, forse un po’ amaramente, che, dopo mesi in cui parliamo proprio di una comunicazione assente su tutte le cose che abbiamo fatto, i risultati che abbiamo raggiunto, arrivino dei dati che – nero su bianco – sanciscano proprio questo.
Diciamoci la verità, se ragionassimo come le altre forze politiche potremmo gridare a un golpe, potremmo chiedere la tabula rasa di tutto l’assetto della Rai.
Noi invece chiediamo solo il rispetto delle regole, pensiamo che Fabrizio Salini sia un grande professionista, che debba essere messo nelle condizioni di lavorare al meglio esercitando il suo mandato, scegliendo su base meritocratica altri professionisti. Ci interessa la sostanza: vogliamo un servizio pubblico di qualità. Per i cittadini, non per la politica.
E il MoVimento 5 Stelle che vuole allontanare la politica dalla Rai è proprio quello meno raccontato dalla Rai. Sono dati che fanno riflettere soprattutto in considerazione della battaglia che stiamo portando avanti per fermare la lottizzazione politica della Rai. Con la riforma proposta da Fico che è stata ripresentata sia alla Camera sia al Senato. E proprio questa riforma deve essere portata avanti perché la governance va cambiata.
Un’ultima parola va al Tg2 di Sangiuliano (vedi Lega, leggi Salvini). Per quanto desti perplessità il linguaggio usato dall’Authority che si trasforma in qualche modo in un organo di censura, non sfugge che la situazione descritta va ben oltre la par condicio.
Il problema, oltre allo spazio destinato alla Lega, che supera di gran lunga la sua rappresentanza parlamentare, è la propaganda velata di politiche leghiste. La multa, sotto questo punto di vista, andrebbe davvero suddivisa in base alle responsabilità, che, nel caso del Tg2, superano tutti gli altri.
Anche in questo, anche sulla Rai noi siamo differenti. Saremo pure sottorappresentati, ma restiamo orgogliosi: continueremo a non pretendere poltrone, ma il rispetto delle regole. Andremo avanti con la nostra riforma perché siamo convinti che l’unica strada sia quella di allontanare la politica dall’azienda Rai. E se domani, per questo, avremo meno spazio di oggi ci batteremo ancora più forte contro chi, da anni e anni e anni, usa il servizio pubblico come se fosse un megafono delle proprie porcherie.