Sono due le frasi che ci stanno accompagnando in modo più ricorrente durante questa emergenza Coronavirus. La prima è “IoRestoACasa” l’hashtag lanciato dal Governo per invitare tutti gli italiani a rimanere tra le mura domestiche per limitare i contagi; la seconda è invece “Andrà tutto bene”, una frase colma di speranza che scriviamo sui social, che vediamo scritta accanto al disegno di un arcobaleno su striscioni appesi ai balconi.
Ma come e dove è nata questa frase?
La sua origine è avvolta da un “romantico” mistero. Gli abitanti di alcuni Comuni della Lombardia, la prima regione colpita dall’emergenza, sanno infatti che, prima che “Andrà tutto bene” diventasse un tormentone sui social, questa frase era stata ritrovata una mattina dei primi di marzo su diversi post-it appesi davanti ai portoni delle loro case accompagnata dal disegno di un cuoricino. Rimangono anonimi, ancora oggi, gli autori dell’iniziativa.
Diversi giornali hanno riportato la notizia, ecco cosa scriveva il Corriere della Sera in un articolo online del 5 marzo:
Un post-it e una scritta: «Tutto andrà bene!». Con un cuoricino disegnato a mano. Un messaggio di speranza in tempi di coronavirus, a ricordarci la forza dei piccoli gesti. Ne sono stati trovati a decine in diverse zone della Lombardia. Attaccati qua e là, sulle porte delle chiese o sulle fermate degli autobus, sulle vetrine dei negozi o sulle panchine dei parchi pubblici. Perfino sui citofoni. Tutti luoghi di passaggio: chiaro l’intento di raggiungere quante più persone possibili. È però mistero sull’autore (o sugli autori, a questo punto) dell’iniziativa. Sui social ci si confronta, ma nessuno ha visto nulla né sa chi possa essere stato. Un’azienda? Un gruppo di amici? Privati cittadini che ne imitano altri? Per il momento è un enigma, e forse è giusto così. D’altronde l’intento dei foglietti sta proprio in questo: incoraggiarsi senza chiedere nulla in cambio. Constatare che si è tutti sulla stessa barca, alle prese con stesse difficoltà. Tutto il resto non conta: l’importante è l’empatia, anche tra sconosciuti.
«L’ho trovato questa mattina, incastrato nel lucchetto del cancello – ha raccontato domenica la titolare di un negozio in centro a Bergamo – Un messaggio di speranza e di bellezza che condivido con tutta la mia strada, con tutta la mia bellissima Bergamo. Che non ha paura, che conosce la responsabilità, che lavora sodo. Grazie a chi mi ha lasciato questo messaggio: è come una ripartenza. Al profumo di meraviglia». Perché a volte basta poco per cambiare una giornata, e giovedì mattina le segnalazioni si sono moltiplicate. Una signora di Bogliaco (Brescia), sul lago di Garda, ha scritto per esempio: «Qui vivono gli angeli».
Sempre nel Bresciano, una farmacia di Castenedolo ha reso noto: «Questo è lo splendido messaggio che ogni attività ha trovato sulla propria vetrina stamattina, grazie di cuore per il sostegno trasmessoci e grazie per averci donato un sorriso ancor prima di alzare la serranda».
Un cittadino di Rescaldina (Milano) si è invece rivolto direttamente all’autore: «Amico o amica, non so chi tu sia, non so da dove vieni né dove stai andando, non conosco la tua storia, ma io già ti amo». Casi in aumento, insomma: un contagio per contrastarne un altro. Se questi sono gli effetti, c’è da augurarsi che anche i bigliettini solidali possano diffondersi con estrema rapidità.
Ma secondo Avvenire, le origini di questa “frase della speranza” sono ancora più antiche. In un articolo del 17 marzo racconta come questa frase
“Ci rimanda alla storia della beata Giuliana di Norwich, la cui statua campeggia sulla facciata della Cattedrale anglicana della città inglese. Giuliana visse tra il 1342 al 1430 circa. Nel maggio del 1373 ammalatasi gravemente ebbe delle visioni del Signore che terminarono appunto quando, qualche mese dopo, quando la giovane donna guarì. Quegli incontri spirituali furono poi riportarti in un libro da cui sappiamo che fu Gesù stesso ad affidare quelle parole alla mistica: “Tutto andrà bene”. “All shall be well”, le disse con infinita tenerezza.”
Qualunque sia l’origine di questa frase che in questo periodo di difficoltà unisce tutto il nostro Paese, da Nord a Sud, teniamoci stretta la speranza e ricordiamo che se ciascuno di noi saprà essere responsabile potremo tornare presto a camminare per le nostre strade e ad abbracciarci.
Come ha detto il ministro Luigi Di Maio: “Siamo in guerra contro un nemico invisibile, ma ricordiamoci che ai nostri nonni veniva chiesto di partire per andare al fronte, a noi viene chiesto di rimanere sul divano”.
Rimaniamo a casa, andrà tutto bene!