Tutti noi ricordiamo con dolore i tanti terremoti che hanno colpito le regioni d’Italia. A seguito degli ultimi due episodi più violenti, in Emilia Romagna nel 2012 e in centro Italia nel 2016, sono nate delle bellissime iniziative sociali di sostegno alle aziende colpite dal sisma: gruppi di acquisto solidale, welfare aziendale e altre iniziative con cui incentivare l’acquisto dei prodotti che sono la linfa vitale delle imprese.
Resteranno per sempre un nostro vanto l’iniziativa “Un’amatriciana per amatrice”, 100 mila piatti di amatriciana dai ristoratori d’Italia per aiutare la ricostruzione; la corsa a comprare l’eccellente Parmigiano Reggiano dei caseifici emiliani e i pacchi regalo con dentro legumi, salumi, vino e altri prodotti tipici dell’Umbria,del Lazio, delle Marche e dell’Abruzzo.
Negli uffici pubblici e privati girava il passaparola, com’era il collega che aveva il contatto giusto per fare acquisti collettivi e poi si distribuivano le prelibatezze che messe in tavola ci hanno fatto sentire tutti più uniti.
Noi italiani siamo così, bravissimi a creare valore, sempre pronti ad aiutare chi si trova in difficoltà.
È il momento di far ripartire la macchina della solidarietà dal basso per aiutare le aziende e i territori in difficoltà a causa del Coronavirus e delle conseguenze della sua diffusione. Il governo è intervenuto subito sul piano socio-sanitario e sono partite le prime misure di sostegno economico, alle quali a breve se ne aggiungeranno altre ancora più consistenti. Ma serve anche l’intervento dal basso, ognuno di noi può scegliere di acquistare qualcosa di buono, di utile o di interessante selezionando merce italiana, qualcosa che sia frutto del lavoro, dell’ingegno e dell’impegno del NOSTRO Paese.
È un modo per fare squadra tutti insieme e dare ognuno un piccolo contributo al rilancio di chi sta attraversando giorni difficili. Ogni comunità si riconosce dalle persone che la compongono e dai comportamenti che la caratterizzano.