È davvero triste che in un momento di grande emergenza come quello che l’Italia sta attraversando, occorre anche usare il proprio tempo per smentire giornalisti che invece di fare e dare informazione seria e puntuale, consegnano ai lettori il frutto di una loro interpretazione, non si sa se distorta in buona o malafede.
È chiaro a tutti che il Governo sta lavorando ininterrottamente per fronteggiare questo momento drammatico, ma soprattutto, è già al lavoro per reagire, per preparare il dopo, quando questo scenario lascerà il posto ad una gravissima ed inevitabile emergenza economica, la più grande dal secondo dopo guerra. Ed è proprio questo l’unico motivo per cui ho fatto la proposta di sbloccare immediatamente investimenti per oltre 100 miliardi di euro.
Questo farà partire cantieri e creerà di conseguenza migliaia di posti di lavoro. Le opere sono già finanziate, e allora perché sono ferme? Per la troppa burocrazia, che impedisce alla pubblica amministrazione di spendere soldi già stanziati. Presto, però, sarà proprio il momento di fare partire i cantieri, e di dare speranza a interi settori e a migliaia di cittadini. Per tutte queste ragioni, la mia proposta di un piano di rilancio per tutta Italia a partire dalle opere Anas ed Rfi già finanziate, è un piano ben diverso da quello interpretato e raccontato oggi su “La Verità” (mai nome fu meno adatto…)
Invito il giornalista che parla di un “blitz” per consolidare poltrone, a chiamarmi quando ha intenzione di scrivere riguardo una norma da me ideata e scritta, così da poterla illustrare, offrendo ai lettori la realtà delle cose, anziché la sua personale interpretazione. Tanto più che è previsto che non vengano nominati come commissari straordinari singole persone con un nome e cognome, bensì la carica societaria in quanto tale, cioè gli amministratori delegati pro tempore di Anas ed RFI.
Se questi a scadenza del loro mandato verranno sostituiti, viene da se che anche la figura commissariale in capo al loro ruolo andrà al nuovo Amministratore Delegato.
Infine, mi preme evidenziare che i componenti delle strutture, nominati con Decreto del Presidente del Consiglio, non verranno assunti sul mercato, ma potranno essere soltanto i dipendenti dell’ente da loro amministrato o di altri enti pubblici o partecipati in possesso di adeguate competenze professionali. Inoltre, chi conosce davvero cosa vuol dire lavorare nel settore dei “lavori pubblici”, sa benissimo che il numero massimo di 40 risorse fra ingegneri, architetti, progettisti e giuristi è del tutto congruo rispetto all’enorme mole di lavoro che in pochissimo tempo si dovrà mettere in campo per sbloccare decine e decine di cantieri. O forse il giornalista in questione crede che decine di cantieri in Italia vadano gestiti da tre amici al bar?