Il governo sta lavorando senza sosta per rispondere a due emergenze parallele: la prima è quella sanitaria, che stiamo affrontando con la massima fermezza per contenere il contagio e tutelare la salute pubblica, e la seconda è quella economica.
Per quanto riguarda quest’ultima sono già state approvate misure importanti come la sospensione di imposte, tributi, rate del muto e contributi sociali per contribuenti ed imprese che si trovano nella zona rossa, ma non ci fermiamo. Il decreto a cui stiamo lavorando immetterà al più presto nell’economia 3,6 miliardi di euro.
Tra le misure che vogliamo inserire a tutti i costi ce n’è una che ritengo di semplice buon senso e che aiuterà milioni di famiglie ad affrontare il disagio delle scuole chiuse fino al 15 marzo. Ne ho già parlato con il Ministro dell’Economia e la norma è in corso di definizione:
si tratta di consentire ad uno dei due genitori di assentarsi dal lavoro, senza perdere un euro di stipendio, per assistere i figli minorenni a casa da scuola.
In un momento del genere se entrambi i genitori fossero costretti a lavorare, potrebbe rendersi necessaria pagare una baby-sitter per accudire i figli. Una spesa insostenibile per molte famiglie italiane. Ecco allora che la norma che abbiamo in mente va a risolvere questo problema, senza scaricare i giorni non lavorati sul datore di lavoro. Ci penserà lo Stato a pagare il genitore che rimane a casa.
È il minimo che possiamo fare per rendere meno pesante una misura di forte impatto sociale come la chiusura delle scuole.