Con l’operazione ‘Ottavo Cerchio’ gli inquirenti hanno eseguito 11 arresti a Messina, anche per corruzione. Dalle indagini emerge uno scenario torbido. Ancora una volta presunti episodi di corruzione, con intrecci tra colletti bianchi sullo sfondo. Ma in questo caso gli inquirenti hanno usato un’ ‘arma’ in più: il trojan. Allargare l’uso di questo tipo di intercettazione è una delle battaglie del MoVimento 5 Stelle, diventata realtà anche grazie alla legge Spazzacorrotti. I fatti iniziano a dare ragione a questa nostra visione della giustizia.
Mazzette e appalti. Stando alle indagini, è questo il perimetro entro il quale si sarebbero mossi gli arrestati di oggi, accusati a vario titolo di corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e intestazione fittizia di beni. I protagonisti dell’inchiesta della Procura di Messina sono anche imprenditori e funzionari pubblici. Secondo gli inquirenti ‘la corruttela e il malaffare emersi dall’indagine, risultavano certamente caratterizzati da alti livelli di integrazione e di infiltrazione nell’attività politica, amministrativa ed economica della città’ di Messina. Uno di loro, ad esempio, avrebbe intascato danaro su una pratica riguardante l’affidamento dei lavori per un parcheggio; un altro soggetto sarebbe stato disposto a pagare fino a 2mila euro per ogni appalto vinto. Un altro ancora avrebbe spifferato informazioni sulle indagini in corso, chiedendo in cambio l’assunzione di una persona vicina.
Se le accuse verranno confermate, ci troveremo davanti agli orrendi comportamenti che purtroppo conosciamo da decenni.
L’ ‘arma’ con la quale questi presunti reati sono stati individuati, però, è nuova. Infatti questa volta, come riportato anche da fonti di stampa, gli inquirenti hanno utilizzato i trojan. Si tratta di ‘captatori informatici’ che si installano direttamente nei telefoni degli indagati. Il MoVimento 5 Stelle ha sempre sostenuto l’importanza del loro impiego, tanto da metterla al centro di uno dei provvedimenti più importanti da quando è al governo del Paese: lo Spazzacorrotti. Proprio tra le misure previste dalla nostra legge c’è l’estensione dell’utilizzo del trojan, ad esempio per indagare sui reati contro la Pubblica Amministrazione.
Anche con l’aiuto di questi nuovi strumenti magistratura e forze dell’ordine faranno luce su ogni aspetto della vicenda, intanto rivolgiamo loro un ringraziamento speciale per il lavoro che svolgono quotidianamente. In ogni caso, al di là dell’esito del singolo procedimento, è importante evidenziare come la nostra visione di giustizia inizi a trovare pieno riscontro nei fatti. Per noi fare leggi contro il malaffare o la corruzione significa mettere a disposizione degli inquirenti mezzi che possono fare, in concreto, la differenza.
Dobbiamo smascherare sempre più ‘furbi’ che, commettendo illeciti, cercano di togliere opportunità alle persone perbene. Lo abbiamo detto e lo stiamo facendo: con noi l’illegalità avrà sempre meno spazio!