In queste settimane di emergenza la scuola non si è mai fermata: docenti e studenti stanno dando il loro meglio mettendosi alla prova con la didattica a distanza, e il Governo si è impegnato investendo 85 milioni di euro per dotare le scuole e gli studenti più in difficoltà economiche dei dispositivi digitali necessari per proseguire le lezioni in e-learning.
Ora c’è bisogno di guardare alla fine dell’anno scolastico e all’inizio del nuovo, organizzandoli entrambi nel migliore dei modi. Di fronte ai tanti interrogativi che ancora esistono sullo sviluppo della situazione sanitaria, la nostra ministra Lucia Azzolina è già intervenuta con un decreto prevedendo soluzioni a ogni tipo di scenario. Ad oggi è ancora improbabile un rientro a scuola entro il 18 maggio, ma il provvedimento che nei prossimi giorni sarà esaminato dal Parlamento contiene le risposte che servono, in primis per gli esami di maturità.
Nel caso si tornasse a far lezione tra i banchi, infatti, sono previste due prove scritte e una orale, valutate da una commissione interna e un presidente esterno, sulla base anche dell’impegno dimostrato durante la didattica a distanza. Se invece non si rientrerà a scuola, le prove scritte saranno eliminate e ne rimarrà solo una orale: un esame semplificato nelle modalità, dunque, ma non per questo meno serio.
L’epidemia ha sconvolto il modo di fare lezione, e nessuno studente deve essere penalizzato per questo: tutti saranno quindi ammessi all’esame, ma per diplomarsi sarà comunque necessario raggiungere il punteggio di 60/100, considerato l’impegno nell’arco di tutto l’anno scolastico.
Due distinte ipotesi sono previste anche per gli esami a conclusione della scuola secondaria di primo grado: se sarà possibile svolgerli in presenza saranno semplificati; in alternativa, si procederà con una valutazione finale da parte del Consiglio di classe, anche sulla base di una tesina scritta dagli studenti.
Il decreto sulla scuola, che intanto sta per approdare al Senato per la conversione in legge, prevede anche che tutti gli alunni che non sono alla fine di un ciclo di istruzione siano ammessi all’anno successivo, ma attenzione: non ci sarà nessun “6 politico”, perché l’impegno sarà valutato con serietà e scrupolo nel corso degli scrutini finali.
Altra novità riguarda il meccanismo dei debiti: invece del recupero a inizio dell’anno nuovo ci sarà la possibilità di recuperare e integrare gli apprendimenti.
In tutte queste fasi, massima attenzione sarà prestata agli studenti con disabilità e a quelli con particolari bisogni educativi: la scuola deve continuare a essere inclusiva, a maggior ragione in una fase come questa, che rischia di aumentare le disuguaglianze.
Infine, nel decreto sono previste disposizioni per organizzare fin da subito l’avvio del nuovo anno, in particolare il calendario scolastico in accordo con le Regioni tenendo in considerazione la necessità di recuperare gli apprendimenti e la conferma dei libri di testo.
A tutto il personale scolastico e agli studenti che si stanno impegnando come e più di prima, così come alle famiglie che li supportano nonostante le difficoltà, vanno i nostri ringraziamenti: ora il nostro compito è quello di accompagnare la scuola alla fine di questo anno e traghettarla verso il nuovo. Andiamo avanti, con lo sguardo rivolto al futuro.