di Davide Crippa e Gianluca Perilli, capigruppo del MoVimento 5 Stelle di Camera e Senato
Pochi giorni fa, con il sostegno dei nostri colleghi in commissione Finanze, Attività Produttive e Politiche Europee, abbiamo inviato una lettera alla commissaria europea per la concorrenza Margrethe Vestager.
L’obiettivo della lettera era di sollecitare l’Unione ad un impegno concreto per tutelare la libera e leale concorrenza tra imprese, principio fondamentale della comunità europea.
L’Unione, infatti, è un mercato unico fondato sulla libertà di movimento delle persone, dei servizi, delle merci e dei capitali. Un’emergenza sanitaria ed economica come quella che stiamo vivendo rischia di creare distorsioni profonde se ogni Paese gestisce chiusure e riaperture delle attività produttive in modo scoordinato rispetto agli altri membri della comunità. L’Italia, in particolare, potrebbe pagare un ingiusto e ulteriore prezzo economico perché è stata colpita con particolare intensità dal coronavirus e ha dovuto procedere a restrizioni radicali e prolungate.
Ciò che serve prima di tutto è un coordinamento a livello comunitario. Una regia che consenta agli Stati di informare l’Unione circa i modi e i tempi delle riaperture ispirandosi a delle linee guida europee.
Siamo contenti di constatare che pochi giorni dopo la nostra lettera l’Unione si muova nella direzione giusta, con la pubblicazione di una comunicazione della Commissione e del Consiglio Europeo contenente la tabella di marcia europea delle misure di contenimento del coronavirus, che sollecita gli Stati a coordinarsi per evitare “frizioni politiche” sia in ambito sanitario che economico.
In particolare, a pagina 5 del documento si legge:
“Gli interventi dovrebbero essere coordinati tra gli Stati membri: il mancato coordinamento nella revoca delle misure restrittive rischia di avere ripercussioni negative per tutti gli Stati membri e di creare frizioni politiche. Benché non vi sia un approccio universalmente valido, prima di annunciare la revoca delle misure *ciascuno Stato membro dovrebbe come minimo informare in tempo utile gli altri Stati membri e la Commissione tramite il comitato per la sicurezza sanitaria e tenere presenti le opinioni espresse*. La comunicazione e la discussione dovrebbero svolgersi nel contesto dei dispositivi integrati per la risposta politica alle crisi”.
E anche nelle conclusioni del documento si torna sul tema, specificando che:
“Più la transizione sarà coordinata a livello dell’UE, più si eviteranno ripercussioni negative tra gli Stati membri e più l’applicazione delle misure nei diversi Stati membri creerà sinergie virtuose. Gli orientamenti dell’UE terranno conto dell’andamento dell’emergenza sanitaria e *degli effetti sul mercato unico*”.
È un primo importante passo per evitare che qualche impresa possa sfruttare le misure restrittive più morbide del Paese nel quale opera per accentrare l’offerta di beni o servizi, espellendo dal mercato imprese solide ma colpite dalle chiusure. Sarebbe un danno per tutti, a partire dai consumatori europei. Come noto, infatti, una concentrazione eccessiva dell’offerta produce crescita dei prezzi finali e diminuzione degli investimenti produttivi. Il contrario di ciò che serve all’Italia e all’Unione Europea, soprattutto in un momento come questo.
Teniamo gli occhi aperti e accogliamo con favore questo primo segnale positivo da parte delle istituzioni europee.