“La scelta dell’assessore Liris di chiedere il part-time per tornare a indossare il camice e affrontare IN PRIMA LINEA l’emergenza Coronavirus mi riempie d’orgoglio, e insieme a me riempie d’orgoglio tutta la Giunta. Un gesto esemplare e per niente scontato. All’assessore Liris va tutto il mio caloroso incoraggiamento insieme alla gratitudine di tutti gli abruzzesi”.
Così il presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, uomo di fiducia di Giorgia Meloni, commentava la scelta di un suo assessore di rinunciare all’aspettativa da assessore per tornare a fare il medico.
Gesto nobilissimo, in tempo di emergenza sanitaria e di carenza di personale sanitario. Peccato che quell’assessore, tale Guido Quintino Liris, non torni da volontario come medico in corsia, come stanno facendo in questi giorni tante e tanti medici ed infermieri, ma da dirigente nello staff del manager della Asl. Altro che prima linea.
Gratis almeno? Macché! Incarico pagato con relativa indennità part time da dirigente Asl, che va a cumularsi a quella di assessore regionale, ben 11.000 euro netti.
Ovviamente una volta scoperto con le mani nella marmellata Liris ha chiesto di svolgere il servizio gratuitamente, anziché dimettersi e riconciliarsi per una volta con la categoria della dignità politica.
Insomma nemmeno l’emergenza, nemmeno il sacrificio degli operatori sanitari mette freno alle furbizie e ai giochetti di una politica talmente infima da rasentare il ridicolo, se non fosse che in questi giorni c’è davvero poco da ridere.
Di fronte a tutto questo, cosa farà Giorgia Meloni, capo del partito del protagonista di questo scandalo, l’ennesimo che coinvolge esponenti di Fratelli d’Italia? Espellerà Liris dal partito? E il suo fiduciario in Abruzzo, il presidente Marsilio, gli toglierà le deleghe e ne chiederà le dimissioni? Voi che dite?
Vedremo. Vi sono tempi in cui anche la vergogna va spesa con parsimonia, a causa del grande numero di bisognosi, e Giorgia Meloni e il suo partito la vergogna l’hanno esaurita da tempo.