Di seguito l’articolo pubblicato sul sito della BBC:
I medici stanno vedendo solo il 7% dei pazienti faccia a faccia a causa dell’epidemia di coronavirus, ne consegue un “notevole” passaggio agli appuntamenti online e telefonici in tutta l’Inghilterra. Secondo l’analisi della BBC, lo scorso anno, meno dell’1% degli appuntamenti è stato effettuato tramite collegamento video, mentre l’80% di persona.
Ma il Royal College of GPs (RCGP) ha affermato che questo dato è stato ribaltato a causa delle misure di distanziamento sociale. Il presidente dell’RCGP ha affermato che la maggior parte delle persone sono soddisfatte degli appuntamenti telefonici.
Ad ogni modo Age UK ha invitato i medici a non abbandonare le visite a domicilio e a contattare “in modo proattivo” i pazienti più vulnerabili.
Il professor Martin Marshall, presidente di RCGP che opera come medico di base a Newham, nella zona est di Londra, ha dichiarato che normalmente circa il 40% dei pazienti verrebbe sottoposto a triage prima di prenotare un appuntamento. Ora tutti i pazienti vengono inizialmente valutati al telefono prima di prenotare una chiamata o un collegamento video con un medico.
“La professione del GP (“General Practitioner” ovvero il medico di base ndr) è cambiata radicalmente in sole tre settimane. – ha detto Marshall – Ora il 100% è sottoposto a triage e circa il 7% o l’8% è faccia a faccia. La maggior parte delle visite si svolgono al telefono anziché tramite collegamento video. Le persone sono abbastanza contente di fare visite al telefono e si stanno dimostrando efficaci. Chi avrebbe mai pensato che questa tecnologia di 150 anni sarebbe stata altrettanto utile oggi?”
Marshall ha aggiunto che ci sono state occasioni in cui un appuntamento video è stato invece più utile, in particolare nel caso della valutazione di eruzioni cutanee. Ad ogni modo con le persone in grado di inviare via e-mail delle foto dell’area interessata, le telefonate sono state utilizzate in circa il 90% dei casi.
Si pensi che secondo i dati del SSN, l’anno scorso, ben due terzi di tutte le aree di commissioning del SSN regionale non avevano effettuato visite in videochiamata.
“La grande domanda a questo punto è: quali di questi elementi vogliamo includere nelle nostre visite in futuro? – ha detto il professor Marshall – Non credo sarebbe possibile effettuare tutte le nostre visite al telefono o online, ma sicuramente sarebbe possibile effettuarne almeno la metà”. Ci sono ancora occasioni in cui i pazienti devono inevitabilmente effettuare delle visite di persona, come ad esempio quando è necessario misurare la pressione del sangue o la saturazione dell’ossigeno.
Per ridurre i rischi di infezione, le aree regionali del SSN stanno dividendo i tipi di visite in “calde e fredde”.
Le visite definite “calde” valutano solo le persone con chiari sintomi Covid-19. Nelle aree più rurali, queste avvengono in una stanza singola in un ambulatorio. Nelle aree più grandi possono esserci diversi ambulatori. Ad ogni modo il Prof. Marshall ha fatto sapere che sono state prese diverse precauzioni anche nei casi “freddi”.
Alcune preoccupazioni, tuttavia, sono emerse riguardo al fatto che le persone che non hanno accesso a smartphone o computer sarebbero escluse dal vedere il proprio medico di famiglia in questo periodo di crisi. Gli anziani, ad esempio, hanno bisogno di assistenza. Age UK ha dunque invitato a contattare direttamente le persone che sono note sui registri sanitari per le loro condizioni di salute precarie.
Tom Gentry, senior manager di politica sanitaria presso l’Age UK, ha dichiarato: “Gli ambulatori hanno molte informazioni a loro disposizione. Usando questo, possono elaborare piani di assistenza attiva affinché le persone possano sentirsi supportate. Non dobbiamo aspettare che queste persone si aggravino, bisogna contattarli prima”.
Gentry ha affermato anche che gli ambulatori non dovrebbero escludere le visite a domicilio, a condizione che vengano prese adeguate precauzioni.
“A nessuno dovrebbe essere negata apertamente la visita a domicilio“, ha detto. Molti medici di famiglia hanno già adottato l’approccio proattivo.
La settimana scorsa ad esempio Sue Sharpe, l’assistente amministrativo di una compagnia di taxi di Calne, nel Wiltshire, ha ricevuto una videochiamata dal suo medico di famiglia a causa dell’artrite reumatoide, della sindrome di Sjogren e del mieloma multiplo. “Sapendo che recentemente mi sono sentita male – ha affermato la signora Sharp – mi ha chiesto se avessi bisogno o meno un ulteriore intervento da parte del mio medico. Quando ho detto che dovevo andare in ospedale come paziente diurno, mi ha chiesto se avevo i mezzi di trasporto per il viaggio o se avevo bisogno di aiuto per arrivarci. Penso che sia un’ottima cosa che i medici di base stiano contattando direttamente i pazienti a rischio in questo modo.”
Clive Williams, fornitore di attrezzature per la pesca, di Horsham nel West Sussex, si prende cura di sua moglie Joanna, 63 anni, a casa a causa di un tumore al cervello. Era preoccupato di recarsi in un ambulatorio a causa del rischio di infezione – e perché non voleva aggiungere un carico aggiuntivo all’ambulatorio locale già sovraccarico.
“Ho pensato che sarebbe stato fastidioso contattarli – ha detto il 64enne – Ma il mio medico di base è assolutamente geniale. Mi ha contattato di punto in bianco per fare una chiacchierata su mia moglie mentre lotta con la sua memoria.”