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Questo è un 1° maggio che ricorderemo per molti anni. Per la prima volta nella storia abbiamo dovuto affrontare il lockdown, un termine sconosciuto fino a pochi giorni fa, che però è entrato molto rapidamente nel nostro vocabolario e nella nostra vita.
Il mondo si è fermato: sono state chiuse le scuole, le attività produttive, i negozi e i luoghi di aggregazione sociale, siamo stati costretti a rimanere lontani dai nostri affetti più cari. Ma abbiamo visto come, ancora una volta, i cittadini hanno dato prova di grande dignità e forza d’animo.
Oggi, in questo 1° maggio, ci è ancora più chiara una cosa: l’importanza del nostro lavoro come mezzo di sostentamento, ma anche come possibilità di esprimerci. Il tutto in piena sicurezza.
Questi valori sono stati messi a dura prova da questo momento storico.
Nel celebrare questo giorno, è necessario soffermarsi sul modo in cui cambierà il mondo del lavoro dopo la pandemia. Come Governo stiamo facendo tutto il possibile per quei cittadini che vogliono ripartire dopo che hanno dovuto interrompere, seppur temporaneamente, la loro attività.
Come prima risposta all’emergenza abbiamo garantito un sostegno a circa 19 milioni di persone. Lo abbiamo fatto stanziando 10 miliardi di euro dei 25 totali del decreto Cura Italia, solo per il capitolo lavoro.
Nel nuovo decreto che verrà approvato nei prossimi giorni, le risorse stanziate saranno più che raddoppiate per sostenere negozianti, commercianti, dipendenti, ma anche colf e badanti: tutte le categorie di lavoratori che ne hanno bisogno.
È indubbio che ci aspetta una sfida difficile. Per far rialzare il nostro Paese dobbiamo prima di tutto lavorare per rafforzare lo spirito di leale collaborazione tra imprese e lavoratori: un’impresa sana che vuole crescere vince se insieme a lei lo fanno anche i suoi impiegati, i suoi operai.
Come possiamo arrivare a questo, concretamente?
Faccio due esempi: nel nuovo decreto sono previsti finanziamenti a fondo perduto per le piccole imprese. Poi gli ammortizzatori sociali: finanzieremo ulteriori risorse e ne amplieremo l’utilizzo per altre nove settimane. Inoltre, è mia intenzione fare una vera riforma degli ammortizzatori sociali e costruire nuovi strumenti collegati alla formazione e all’accrescimento delle competenze dei lavoratori.
L’Italia ha retto l’impatto di questa crisi grazie al sostegno alle persone più in difficoltà: penso al Reddito di Cittadinanza che per 2 milioni e mezzo di persone si sta rivelando fondamentale, soprattutto in questo periodo, e che sarà affiancato per alcuni mesi dal Reddito di emergenza. Senza dimenticare l’importanza di un sistema sanitario pubblico che ha permesso a tutti l’accesso alle cure.
Questo mio 1° maggio da Ministro voglio dedicarlo a tutte le lavoratrici e i lavoratori che in questo periodo ci hanno permesso di affrontare questa emergenza, con la tranquillità di avere i servizi essenziali. Medici, infermieri, operatori socio-sanitari, farmacisti, forze dell’ordine, dipendenti di banche, uffici postali e supermercati, consulenti del lavoro, operatori dell’informazione solo per citarne alcuni: sono milioni di persone che purtroppo in alcuni casi hanno pagato anche con la vita il loro sacrificio.
Sono loro l’emblema del 1° maggio 2020. E, a loro, a tutti i lavoratori e le lavoratrici che tra pochi giorni riprenderanno l’attività, e a tutti quelli che la riprenderanno tra qualche settimana, rivolgo il mio saluto e garantisco il mio impegno.
Buon 1º maggio a tutti.