Tutti gli italiani hanno imparato a conoscere meglio il durissimo lavoro che fanno ogni giorno i nostri infermieri in questa emergenza per il Covid-19. Questo governo nel decreto Rilancio prevede l’assunzione dei ben 9.600 infermieri e anche la creazione dell’infermiere di famiglia o di prossimità.
Ecco, si tratta di un passo avanti importantissimo per il nostro Servizio sanitario nazionale che fa un altro passo in avanti verso tutti i cittadini.
Abbiamo sempre detto che potenziare le cure domiciliari e territoriali è la vera sfida per rendere la nostra sanità più efficiente.
In questo discorso entra in gioco la figura dell’infermiere di famiglia, sulla cui istituzione avevo presentato anche un ddl, in discussione in Commissione Igiene e Sanità del Senato.
Un disegno di legge che prevede proprio l’inserimento di una nuova figura all’interno del nostro sistema sanitario nazionale: il responsabile delle cure domiciliari.
Una figura che si affiancherà al medico di famiglia e al pediatra, il primo avamposto del Servizio sanitario nazionale per fare in modo che molti pazienti possano essere gestiti a domicilio dal medico curante e dall’infermiere di famiglia senza la necessità di rivolgersi in ospedale, anche con l’ausilio della telemedicina (SpO2 periferica, Ecg/frequenza cardiaca).
In questo modo potremo razionalizzare l’uso dei posti letto negli ospedali da impiegare soltanto per quei pazienti che non possono essere curati a casa ottenendo un duplice risultato: alleggerire da un lato i nostri ospedali, risparmiando, ma anche dare un’assistenza mirata migliore a tutti i pazienti.
Un Servizio sanitario nazionale più vicino ai cittadini significa un servizio sanitario nazionale migliore.