Di seguito l’intervista per Avvenire del Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, a cura di Nicola Pini:
«Con il decreto Rilancio interveniamo per rendere più rapida l’erogazione della cassa integrazione in deroga, una prima tranche del 40% arriverà entro 15 giorni dalla prima richiesta. Ma nei prossimi mesi sarà necessaria una più complessiva riforma degli ammortizzatori, non solo per snellire le procedure, ma anche per costruire un sistema più organico, coerente e inclusivo».
All’indomani dell’approvazione del decreto, la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (M5s) si dice soddisfatta degli stanziamenti: «26 miliardi per il pacchetto lavoro e politiche sociali e 16 solo per la cassa integrazione, più che sufficienti ad affrontare questa fase». Ma ricorda anche «le misure per il Terzo settore, dai 100 milioni al Fondo dedicato alla possibilità per le realtà del non profit di accedere alle risorse per sanificare gli ambienti di lavoro».
•Ministra, come mai i gravi ritardi nei pagamenti delle scorse settimane? Garantisce che ora cambierà qualcosa?
Il sistema attuale consolidato è molto frammentato e farraginoso. Ne abbiamo avuto la riprova. A livello nazionale avevamo già semplificato, invece la cassa in deroga prevede una procedura molto complessa che riguarda anche le Regioni e ha 4 passaggi. D’ora in poi dimezzeremo i tempi: sulle ulteriori 9 settimane che finanziamo con questo decreto, le aziende potranno, entro 30 giorni dall’emanazione, comunicare all’Inps i dati sul lavoratore, le ore presunte di cassa e l’Iban per i pagamenti. Entro i successivi 15 giorni l’istituto erogherà al lavoratore il 40% del dovuto. Poi entro 30 giorni l’azienda preciserà i dati sulle ore utilizzate e sarà erogata la parte restante. Le richieste potranno riguardare anche il pregresso.
•E gli altri sussidi?
Il bonus da 600 euro per partite Iva, autonomi e stagionali sarà erogato una seconda volta in via automatica, senza necessità di fare un’altra richiesta. Poi sarà aumentato fino a 1.000 euro e in questo caso bisognerà integrare la domanda. Per il reddito di emergenza, che ci è stato sollecitato anche dai Comuni, servirà il modello Isee: sarà un contributo temporaneo da 400 a 800 euro in base alla dimensione della famiglia, con due erogazioni per una platea di circa 1 milione di nuclei familiari.
•Perché una riforma degli ammortizzatori?
Oggi abbiamo una ventina di strumenti differenti nei diversi settori e nello stesso tempo una parte dei lavoratori che non è tutelata: per questo oggi abbiamo la cassa in deroga. Serve una riforma organica che possa superare questo sistema frammentato, con criteri simili e obiettivi coerenti in tutti i settori. Ovviamente è una riforma che non si può improvvisare, ma punto su tempi non troppo lunghi.
•Il dl Rilancio basterà?
Siamo in una fase di riapertura delle attività e credo che questi stanziamenti siano più che sufficienti in questo momento. Poi se in corso d’anno ci fossero nuove necessità, vedremo. Intanto abbiamo istituito un Osservatorio sul mercato del lavoro, per monitorare la situazione e cercare di rispondere in anticipo alle nuove esigenze che si presenteranno.
•Che ne è della proposta sull’orario di lavoro?
Non è una riduzione, ma una rimodulazione. Abbiamo previsto nel dl uno strumento nuovo per favorire la formazione e accompagnare la Fase 2. Le aziende che, anche per seguire i protocolli di sicurezza, hanno necessità di riorganizzare il lavoro, potranno convertire una parte delle ore in formazione: saranno retribuite dallo Stato e serviranno al lavoratore per accrescere le proprie competenze. Sarà un valore aggiunto per le stesse imprese e uno strumento di politica attiva: il lavoratore non sta a casa in cassa, resta nel contesto lavorativo e si aggiorna e riqualifica.
•Il lavoro da casa diventerà strutturale?
Lo smart working si è molto implementato durante l’emergenza e credo che anche in futuro resterà più utilizzato di prima. Ne abbiamo scoperto i benefici, ma bisogna seguirne l’evoluzione e vedere se sarà necessario aggiornare la normativa per utilizzarlo al meglio.
•Il MoVimento 5 Stelle ha frenato sulla regolarizzazione dei migranti. Qual è la sua posizione?
Da inizio legislatura mi impegno per il contrasto al caporalato che è una piaga da eliminare. Lo sfruttamento dei lavoratori è inaccettabile. Per questo sono favorevole all’emersione del lavoro nero, a maggior ragione nei contesti dove c’è più sfruttamento come l’agricoltura, ma anche in altri settori come il lavoro domestico. L’importante è che la regolarizzazione sia accompagnata da un contratto.
•La disoccupazione è alta, eppure mancano lavoratori…
Infatti agiamo con l’emersione del nero, ma diamo anche la possibilità a chi è destinatario di strumenti di sostegno al reddito di accettare un’offerta di lavoro senza perdere il beneficio. Abbiamo implementato la piattaforma con Anpal per incrociare domanda e offerta di lavoro e ora presenteremo una nuova app per il settore agricolo. Si chiama “Resto in campo”, uno strumento a cui potranno facilmente accedere aziende e lavoratori.