Sulla scuola è arrivato il momento di fare chiarezza.
Pur con tutte le difficoltà che un’emergenza come questa ci ha posto davanti, il MoVimento 5 Stelle ha fatto il possibile e forse anche di più per garantire le risorse per il rilancio dell’istruzione in Italia: oltre 800 milioni di euro già spesi in queste settimane per l’edilizia scolastica, altri 200 milioni per la didattica a distanza, un miliardo e mezzo stanziati per la gestione del rientro a scuola a settembre.
Un impegno senza precedenti in così poco tempo. La ministra Azzolina ha messo in campo uno sforzo straordinario per sostenere le scuole nella sfida della didattica a distanza, considerando a che livello di digitalizzazione e di formazione era la scuola italiana ad inizio marzo, dopo anni di abbandono. Il Comitato tecnico-scientifico in vista del rientro in classe sta lavorando a protocollo di sicurezza che guarda al nuovo anno scolastico.
Eppure, l’intero dibattito è concentrato sul concorso straordinario per i docenti precari. Anche su questo fronte il nostro impegno non è mai venuto meno: il ministero dell’Istruzione ha bandito concorsi per 78 mila assunzioni nei prossimi mesi. Un risultato enorme.
Il primo, quello straordinario e riservato ai docenti precari con almeno 3 anni di attività alle spalle, è previsto per agosto. Permetterà di mettere in cattedra già a settembre 32 mila docenti. Dando loro stabilità.
Il tutto seguendo un principio imprescindibile: al ruolo di insegnante si accede attraverso una prova meritocratica, che preveda accanto alla valutazione dei titoli, un esame. Non lo chiede il MoVimento 5 Stelle, ma la Costituzione italiana relativamente all’accesso ai posti della pubblica amministrazione. Su questo punto non servono i compromessi al ribasso, anche in virtù di un accordo di maggioranza che risale a dicembre.
Ovviamente non ci sfugge che la situazione da allora è cambiata a causa dell’emergenza Coronavirus. Per questo motivo il ministero dell’Istruzione ha già garantito che le prove si terranno con poche persone per istituto e in condizione di totale sicurezza. D’altronde se dal 15 giugno sono autorizzati gli eventi al chiuso con fino a 200 persone, non si vede perché non si possa svolgere un concorso in condizioni del tutto più sicure. Abbiamo comunque dato piena disponibilità ad inserire una clausola che, nel caso in cui l’emergenza renda impossibile svolgere la prova, preveda comunque di avere gli insegnanti in aula a settembre posticipando la prova scritta.
Una proposta di assoluto buonsenso. Eppure, continuano le pressioni dei partiti per non far svolgere alcun esame e procedere al concorso per soli titoli. E con loro i sindacati, che addirittura arrivano a paventare uno sciopero in un momento delicato e complicato come questo.
Massimo rispetto per tutti, ma è il momento di guardarsi in faccia e trovare soluzioni che consentano di affermare il valore del merito come imprescindibile per il mondo della scuola e dell’insegnamento in particolare. Questa è la base per ogni tipo di dialogo e di confronto.
No ai concorsi per soli titoli. Sì al merito, alla trasparenza, alla corretta selezione dei docenti. Lo dobbiamo alla scuola pubblica italiana, il pilastro su cui si regge il futuro del nostro Paese.