Atlantia dei Benetton e proprietaria di Autostrade, ieri dopo un cda straordinario ha diffuso una nota in cui letteralmente minaccia il governo di fermare gli investimenti già per 14,5 miliardi se non arriveranno ulteriori garanzie da parte dello Stato: “di dare indicazione alla propria controllata ASPI – ferma restando la sua facoltà di avvalersi di tutti gli strumenti convenzionali a propria tutela nei tempi e con le modalità previste – di utilizzare il finanziamento di Atlantia di 900 milioni di euro per garantire manutenzioni e investimenti per la sicurezza della rete, nel rispetto di tutti gli obblighi esistenti, rinviando di conseguenza la realizzazione di altri investimenti una volta rinvenute le necessarie dotazioni finanziarie”.
All’interno della nota c’è anche un inaccettabile attacco al portavoce del M5S e sottosegretario al Mise Stefano Buffagni contro cui i Benetton vorrebbero agire per vie legali. Tutto questo è messo nero su bianco: “In questo contesto, il CdA di Atlantia ha espresso forte preoccupazione per le dichiarazioni rilasciate mercoledì 20 maggio da un esponente del Governo, secondo le quali alla controllata ASPI dovrebbe essere precluso l’accesso alla garanzia pubblica. Affermazioni peraltro contrastanti con lo spirito e il dettato del decreto e basate piuttosto su valutazioni e criteri di natura ampiamente discrezionale e soggettiva verso chi sta dando un importante contributo allo sviluppo infrastrutturale del Paese, mediante un piano di investimenti di 14,5 miliardi di euro, dai rilevanti effetti sull’occupazione diretta e indiretta”.
Autostrade ha chiesto, infatti, di poter accedere sfruttando il Decreto Liquidità a un prestito di 2 miliardi garantito da Sace. Ma questo non è un diritto di Autostrade. Lo Stato ha il dovere di aiutare le imprese in difficoltà e di mettere in campo tutte le misure necessarie ma al contempo di decidere se la garanzia sia o meno opportuna. E i Benetton prima di ottenere altri prestiti hanno un debito altissimo da saldare nei confronti della collettività. Noi non ce ne siamo dimenticati ed è sacrosanto che i nostri rappresentanti nelle istituzioni come Stefano Buffagni lo facciano presente in tutte le sedi.
Qualcuno forse ha dimenticato di chi è la responsabilità del crollo del Ponte Morandi e di quei 43 morti innocenti? Se qualcuno pensa che semplicemente si possa voltare pagina per di più usando i ricatti, ha fatto male i conti.
Giustizia deve essere fatta. Essere attaccati da questi colossi che credono di poter fare tutto quello che vogliono impunemente per noi è una medaglia!
Il Movimento 5 Stelle e Stefano Buffagni si sono sempre battuti per dare giustizia a quelle vittime, per garantire la sicurezza dei cittadini e per ridurre le tariffe dei pendolari. E continueremo a farlo con sempre più forza: non accettiamo ricatti e siamo sempre dalla parte dei cittadini!