Nell’ambito dell’inchiesta sull’ “Affare ex Cirio” la Procura di Torre Annunziata ha chiesto gli arresti domiciliari per il senatore Luigi Cesaro e per il deputato Antonio Pentangelo, entrambi di Forza Italia, naturalmente. Sono accusati, insieme ad altre dieci persone, di corruzione, abuso d’ufficio e traffico di influenze illecite nell’ambio dell’operazione “Olimpo 3”. Si tratta di una vicenda articolata e complessa che nasce a sua volta da un’inchiesta della Procura Distrettuale Antimafia di Napoli.
Ancora una volta Forza Italia si dimostra un serbatoio di arrestati corrotti e corruttori. Entrambi i parlamentari di Forza Italia sono stati coinvolti in qualità di ex presidenti della Provincia di Napoli.
Sono proprio loro, insieme agli amici della Lega e di Fratelli d’Italia a chiedere la sfiducia di Alfonso Bonafede, il ministro della Giustizia che ha firmato la legge Spazzacorrotti e che ha voluto il rafforzamento dei trojan e di altri strumenti di indagine innovativi ed efficaci contro il malaffare. In fondo possiamo dire che tutto torna, tutto si spiega.
L’inchiesta ruota intorno alla riqualificazione dell’area dove un tempo sorgeva la fabbrica della Cirio a Castellammare di Stabia (Napoli). Secondo l’accusa gli indagati avevano acquistato l’area, per poi costruirci sopra oltre 300 appartamenti, grazie a un giro di tangenti con cui avevano “oliato” i meccanismi per ottenere i necessari permessi. Un affare sul quale la camorra era pronta a mettere le mani.
La richiesta per autorizzare gli arresti domiciliari è già stata inviata al Parlamento e ci auguriamo che i due organi competenti per la Camera e per il Senato agiscano con rapidità.
Di Luigi Cesaro, il Movimento 5 Stelle si occupa da tempo, abbiamo sempre denunciato le sue azioni e contestato la sua presenza all’interno delle Istituzione. Ad esempio in questo post del 2014 intitolato profeticamente “Tutti sapevano Tutto”.
Il deputato Antonio Pentangelo è componente della Commissione Antimafia, una vera e propria beffa, o forse era una scelta ben ponderata. Alla luce dei risvolti dell’inchiesta la sua presenza in quell’organo è un’offesa e una vergogna per le istituzioni, non può rimanervi nemmeno per un giorno.
Questa inchiesta spiega in modo molto chiaro come la corruzione, unitamente agli appetiti delle mafie e alla complicità dei colletti bianchi, crei quella rete mafiosa da cui si deve liberare l’Italia. Siamo di fronte a oscuri funzionari che, nascondendosi dietro poteri forti come criminalità organizzata e politica corrotta, stavano per permettere che si mettessero di nuovo le mani sulla città, come ci ricorda il celebre film di Francesco Rosi del 1963. Cesaro e Pentangelo devono allontanarsi dalle Istituzioni e rispondere delle loro condotte alla magistratura, senza se e senza ma.
Le mafie sono una realtà viva e vegeta fatta di minacce, intimidazioni, vessazioni. Tutto allo scopo di arricchire e favorire il potere di pochi.
Il Movimento 5 Stelle si è sempre battuto contro le mafie e contro ogni forma di crimine organizzato, saremo sempre un temibile avversario per chi vuole una società fondata sulle disuguaglianze, sulle prevaricazioni e sulla violenza. Non si fanno e non si faranno mai sconti alle mafie, ai corruttori e ai corrotti.