Siamo dinanzi a un crocevia della storia. Purtroppo in questi giorni abbiamo ascoltato ancora una volta parole antiche, riflessioni e considerazione che sono esattamente uguali a quelle che si facevano 6 mesi o 2 anni fa. Il mondo come lo abbiamo conosciuto finora non esisterà più. C’è un microscopico virus che ha essiccato i polmoni dell’economia e tutte quelle schiere di fanti, quegli squadroni a cavallo che marciavano al grido di “più mercato e meno Stato” adesso non esistono più, si sono volatilizzati.
Le logiche liberiste hanno lasciato solo fumo, macerie, cenere, ospedali da campo. Adesso tutto è cambiato.
C’è un’Europa che si scopre senz’anima. C’è una moneta senza Stato e Stati senza monete. Ci sono diritti sociali che sono rimasti scritti sulla Carta per così tanto tempo e oggi si fanno avanti ed esigono il pagamento del conto. Un conto di sangue. Oggi mentre dobbiamo parlare di soldi siamo costretti a parlare di sangue.
Abbiamo davanti un documento di economia e finanza che è il più doloroso e impegnativo degli ultimi 100 anni di storia italiana. In un momento storico in cui tutto vacilla è in bilico anche quell’esasperato narcisismo dei piccoli leader di casa nostra che fino all’altro ieri sembrava avessero la soluzione di tutti i problemi. Gli stessi che hanno saputo solo annunciare che “servono soldi e dobbiamo abbassare le tasse”. Questa è l’unica cosa che riuscite a dire in un contesto come questo? Questo è il vostro contributo?
Certo che servono soldi. Certo che dobbiamo aiutare le imprese. E allora parliamo di soldi, parliamone anche nelle aule parlamentari che talvolta hanno incarnato il contrasto alla ricchezza. Questa emergenza economica non ha mica colpito al cuore la politica. Questa emergenza ha colpito la gente comune. I soldi non sono mai mancati alla classe politica. La classe politica li ha sempre avuti i soldi. Anche quelli che falsamente denunciavano la chiusura del Senato, lo stipendio non l’hanno mica rifiutato?
Pensate, in questo momento nel mondo ci sono parlamentari che si stanno tagliando lo stipendio, chiamando questo “un gesto verso la comunità”. La stessa proposta l’ha consegnata il MoVimento 5 Stelle e ha ottenuto il disprezzo dei politici e l’indifferenza dei giornali.
Io e tanti colleghi abbiamo imparato tante cose. Una di queste è che in Parlamento, spesso e volentieri, quando si parla di soldi, si parla sempre di quelli degli altri, mai dei soldi propri. Questo non è corretto.
Nello scostamento del Bilancio c’è la più grande manovra economica di sempre.
Sono tanti gli aiuti a fondo perduto che abbiamo inserito. Voglio soffermarmi solo su una di queste misure che è il Reddito di Emergenza, sempre a proposito di solidarietà. Un reddito che sia previsto per tutti quelli che fino ad oggi non erano riusciti a rientrare nel cappello protettivo dello Stato. Sia benedetto il cielo che 2 anni fa il MoVimento 5 Stelle abbia introdotto il Reddito di Cittadinanza, senza il quale avremmo avuto sotto la finestra il forcone della disperazione.
C’è chi parla della piaga della burocrazia, dell’arretratezza degli uffici pubblici italiani.
L’Inps, sappiate, ha fatto un autentico miracolo italiano. Ha lavorato in 4 settimane un numero di domande che avrebbe trattato normalmente in 5 anni. E’ un miracolo, ce ne rendiamo conto? Peccato però che chi punta il dito sull’arretratezza degli uffici pubblici italiani è proprio chi quegli uffici li ha soppressi, eliminando le risorse, allontanando i capaci e i meritevoli promuovendo gli amici dei partiti. Questa è la situazione in cui noi oggi ci troviamo.
Save the Children due giorni fa ci ha detto che un milione di bambini cadrà sotto la soglia di povertà assoluta. Papa Francesco due settimane fa si è domandato se non fosse il caso di pensare ad una forma di retribuzione universale che mettesse in sicurezza tutte le categorie professionali, anche delle mansioni più umili.
Se qualcuno in questo momento, in queste parole di Papa Francesco ci vede i principi di una battaglia che stiamo portando avanti noi del MoVimento 5 Stelle, cioè del Reddito Minimo Garantito, lo dica. Perché è adesso che dobbiamo e possiamo immaginare il nostro futuro, dove possiamo osare e azzardare di più.
Il Governo deve trovare più coraggio dentro se stesso, prendendo come esempio il coraggio che hanno avuto i nostri cittadini.
Oggi l’Italia ha una diversa consapevolezza del Governo. L’Italia oggi è un popolo unito, forte e coraggioso. Utilizziamo questo coraggio per disegnare un nuovo futuro. Cominciamo a pensare a nuovi lavori e nuovi modelli lavorativi. Realizziamo un’economia solidale e puntiamo ad avere un ambiente più sano. Strappiamo la sanità alle consorterie e riprendiamoci quel diritto alla salute che da troppo tempo avevamo perduto.
Forse adesso la lezione l’abbiamo capita. Davanti alle grandi malattie l’antidoto sta nel vivere rispettando gli equilibri di un pianeta. I cittadini italiani in questo momento sono modello per le altre nazioni. E’ arrivato il momento in cui i cittadini diano al governo il coraggio che loro hanno dimostrato. Abbiamo una montagna da scalare. Peccato qualcuno stia scommettendo contro il Governo. Qualcuno ha scommesso sul virus e contro Giuseppe Conte per un suo destino politico breve.
Noi del MoVimento 5 Stelle invece puntiamo su tutti gli uomini e le donne che vedono le capacità straordinarie di questo unico e stupefacente e meraviglioso Paese.