Due mesi fa abbiamo vissuto un momento di grande positività perché era stata approvata una norma che consente di realizzare le prime “Comunità energetiche”, rivoluzionando così per sempre il modello di produzione/distribuzione/consumo dell’energia, e lo avevamo annunciato con un relativo post.
Poi è arrivato il Coronavirus, e l’Italia, il mondo, si sono bloccati, ed hanno iniziato a lottare per contenere ilcontagio e curare i malati.
Ora si comincia ad intravedere la luce in fondo al tunnel, e possiamo/dobbiamo prepararci per rimettere in moto la vita sociale e produttiva del Paese, con progetti che portino benefici a tutti.
Ed ecco allora che il MoVimento 5 Stelle lancia il progetto “dimezza la bolletta”, che parte dall’esistenza, già adesso, di quattro grandi strumenti: il conto termico e le detrazioni fiscali sui progetti di riqualificazione degli edifici, le nuove possibilità di autoproduzione e autoconsumo dell’energia offerte appunto dalle “Comunità energetiche”, e la possibilità di fare i suddetti interventi di riqualificazione a bassissimo costo grazie alla possibilità di “cessione del credito fiscale” e nel caso dei condomìni di avere direttamente lo “Sconto immediato in fattura” sul costo del progetto.
Tali strumenti inoltre saranno estesi e migliorati nel prossimo Decreto.
Cosa significa in pratica tutto questo?
Significa che con una spesa che attualmente verrebbe ammortizzata in 3-4 anni (ma come detto i ministri sono al lavoro per portare il più possibile vicino a zero), possiamo mettere mano a milioni di vecchi edifici che oggi sprecano più della metà della bolletta, trasformandoli in edifici con un consumo dimezzato, più efficienti, più confortevoli, e che usano per i loro elettrodomestici e soprattutto per il riscaldamento l’energia non solo acquistata da un fornitore esterno, ma anche e sopratutto dell’energia, più economica, prodotta da loro stessi tramite ad esempio un impianto fotovoltaico sul tetto (sì, ora anche i condòmini possono farne uno grande collettivo) e magari anche un impianto geotermico.
Vogliamo essere ancora più pratici?
Si tratta di far ripartire la filiera edile e produttiva di tecnologie innovative, incentivando la creazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro “green”, da nord a sud, ma non per costruire edifici nuovi, bensì per valorizzare gli esistenti e applicarvi il famoso “cappotto” isolante alle pareti, migliorare l’isolamento del tetto, cambiare i vecchi serramenti con nuovi molti più efficienti, installare fonti di energia rinnovabile (ad esempio fotovoltaico, solare termico e geotermico) e soprattutto cambiare la caldaia, anzi, tutto il sistema di riscaldamento, passando alla nuova ed incredibile tecnologia delle “pompe di calore”.
Questa tecnologia è “incredibile” perché è l’unica “macchina” che riversa dentro l’edificio più energia di quanto gliene viene data, da noi, per il suo funzionamento – viceversa una caldaia, anche quella di ultima generazione, fanno il contrario. Quindi, io cittadino “dò da mangiare” alla macchina per esempio 1KWh, e la macchina ne immette dentro l’edificio 3-4; viceversa qualunque caldaia, anche le più recenti, fanno il contrario, cioè “disperdono” una parte consistente di energia durante il loro funzionamento. E come già detto, l’energia con cui “nutriamo” la pompa di calore la possiamo prendere dall’impianto fotovoltaico sul tetto, quindi ribadiamo più economica rispetto a quella che si acquista da un fornitore esterno.
Insomma, i vantaggi sono enormi, pensiamo solo al fatto che in Italia vi sono 20 milioni di abitanti che vivono all’interno di 1,2 milioni di condomini, nella maggior parte dei casi piuttosto vecchi, e che sprecano più della metà dell’energia acquistata per scaldarli d’inverno e rinfrescarli d’estate. Ora, in un colpo solo possiamo dimezzare il costo delle bollette per i condomini (ed abbassarle per tutti gli italiani perché con più impianti a fonte rinnovabile ci sarà maggiore decentramento dell'offerta di elettricità, e man mano che i cittadini autoconsumano l’energia prodotta dal loro tetto, “stressano” meno la rete “pubblica” di “trasporto”, e questo stress comporta notevoli costi, pagati da tutti, costi che appunto, con meno “stress”, diminuirebbero), diminuire considerevolmente il fabbisogno nazionale di energia (e quindi gli acquisti di petrolio/gas e la relativa dipendenza, anche politica) e le emissioni di inquinanti fumi tossici, creare moltissimo lavoro per le nostre micro e Pmi, e tutto questo rientrando dell’investimento delle spese in tempi molto molto brevi. E poiché tutti i suddetti interventi godono appunto di incentivi fiscali a livello di detrazione, comporteranno naturalmente l’emissione di altrettante fatture (necessarie per usufruire della detrazione fiscale) facendo quindi emergere il “nero” e pertanto creando i presupposti per diminuire le tasse a tutti.
Insomma, un filone di azioni che comporta tanti vantaggi per tutti, e difatti anche i sindacati di categoria hanno espresso totale condivisione ed anzi spingono per l’adozione di tale progetto.
Noi ci siamo. Facciamo ripartire l’Italia.