Accade che un 70enne americano contragga il Covid-19 e debba stare ricoverato 2 mesi. Accade che quando finalmente riesce a sconfiggere la maledetta bestia, gli venga recapitata una fattura di 181 pagine e 1,2 milioni di dollari.
Non mi interessa capire se dovrà pagarli o meno (eccezionalmente per questa pandemia, il Congresso Usa ha firmato un accordo con le assicurazioni), ma ragionare sul valore di una vita.
La fattura è molto dettagliata: 42 giorni di terapia intensiva – 408.912 $, 29 giorni di ventilatore polmonare – 82.215 $, eccetera.
La parte della fattura che mi ha colpito di più però, è quella che riguarda i giorni in cui il signor Flor, che potrebbe essere il nonno o il padre di chiunque di noi, lottava disperatamente tra la vita e la morte. Quando i polmoni e il cuore lo stavano abbandonando, mentre lui si aggrappava alla vita con tutte le sue forze, il registratore di cassa continuava a trillare febbrilmente.
Un paziente, una persona, una vita, trattati come una merce qualsiasi.
Una scena che mi mette a disagio e mi fa male.
Ecco, io sono felice di vivere in un Paese come l’Italia in cui la Sanità è pubblica e aiuta tutti, senza distinzione, senza guardare al portafoglio del paziente.
La vita viene prima di tutto, sempre.