Diverse aziende nel nostro Paese stanno orientando il sistema produttivo verso un modello più sostenibile. Questo modello allunga la vita dei prodotti e dei materiali che li compongono, produce meno (o zero) rifiuti e crea più lavoro. Si supera così la logica lineare del “prendere, fare, consumare e gettare”, per cui i bene sono destinati alla discarica o all’incenerimento, e si abbraccia quella della rigenerazione in un’ottica di economia circolare.
A maggio 2019 il ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha firmato lo schema di regolamento “end of waste” per il riciclo dei cosiddetti “Pap”, pannolini, pannoloni e assorbenti, riconoscendo la possibilità a questi materiali ottenuti da un processo di recupero di non essere più considerati rifiuti ma materia prima seconda a tutti gli effetti.
Un risultato importante che apre scenari nuovi per chi, come l’azienda Fater Smart di Lovadina di Spresiano in provincia di Treviso, punta da anni sul riutilizzo di prodotti usati per produrre assorbenti e prodotti analoghi, sviluppando una tecnologia in grado di recuperare “il 100% delle materie prime che li compongono”, come ci racconta Marcello Somma, direttore ricerca e sviluppo sostenibile di Fater Spa e business development di Fater Smart.
Come nasce l’idea di riciclare pannolini e prodotti assorbenti?
L’azienda Fater, joint venture paritetica tra Procter & Gamble e Gruppo Angelini, è da sempre attenta alla sostenibilità ambientale, investendo ogni anno circa il 4% del fatturato in ricerca e sviluppo per la realizzazione di prodotti innovativi e più sostenibili. Processi rigorosi di controllo assicurano la qualità dei prodotti lungo l’intera filiera: dalla certificazione dei fornitori, al controllo delle materie prime, senza dimenticare processo di produzione, prodotto finito e al packaging, fino alle verifiche nei punti vendita.
Negli ultimi 20 anni abbiamo ridotto del 45% il peso dei pannolini per bambini, del 68% il packaging e del 19% il peso nei pannoloni per incontinenza. Dal 2008, grazie alla business unit Fater Smart, abbiamo lavorato allo sviluppo di una tecnologia che potesse risolvere il problema del fine vita dei nostri prodotti, ed abbiamo ideato un processo – unico al mondo – reso operativo su scala industriale nel 2017. Grazie a questo processo siamo in grado di riciclare pannolini, assorbenti e prodotti per incontinenza usati, dai quali recuperiamo il 100% delle materie prime che li compongono ovvero cellulosa, plastica e polimero super assorbente da riutilizzare in molteplici processi produttivi.
La tecnologia Fater Smart è un esempio “made in Italy” di economia circolare che ha ottenuto il riconoscimento di “Circular Economy Champion” da parte di Legambiente e consegnato presso la Commissione Europea, e nel 2018 il Premio per lo Sviluppo Sostenibile e il Sodalitas Social Award promossi rispettivamente dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dalla Fondazione Sodalitas.
Quali sono i vantaggi che genera questo tipo di gestione?
Una dimostrazione di come l’industria può creare sviluppo e crescita senza venir meno ai requisiti della sostenibilità ambientale, con vantaggi per tutti, a cominciare dall’ambiente: se il sistema di riciclo fosse operativo in tutta Italia, infatti, si riciclerebbero circa il 3% dei rifiuti solidi urbani evitando così che un volume di rifiuti pari a due volte quello del Colosseo finisca in discarica o negli inceneritori. Non solo: si produrrebbero ogni anno 270.000 tonnellate di materia prima riciclata di elevata qualità evitando emissioni di CO2 pari a quelle generate ogni anno da 100.000 automobili.
Per i comuni il sistema di riciclo potrebbe ridurre i costi per il conferimento in discarica o al termovalorizzatore oltre ad eliminare quelli dovuti per il trattamento dei rifiuti da conferire in discarica traducendoli in vantaggi per i cittadini. Non da ultimo, si otterrebbe un contributo concreto al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili. Per i riciclatori vi sarebbero ricavi provenienti dalla vendita delle materie prime seconde dal riciclo dei prodotti assorbenti per la persona usati.
Quali oggetti si realizzano con i pannolini riciclati?
Le nuove materie prime secondarie, che sono di elevata qualità, possono essere utilizzate in nuovi processi produttivi: le plastiche sono adatte per essere impiegate nei principali processi di lavorazione della plastica, mentre la parte cellulosica può essere utilizzata per diverse applicazioni, tra cui prodotti assorbenti per animali domestici, carte di elevata qualità, prodotti tessili e fertilizzanti. Il polimero super assorbente, invece, sarà reintrodotto per la realizzazione di nuovi prodotti assorbenti e nel settore florovivaistico.
Quanti pannolini servono per produrre un bene?
Il processo di riciclo Fater Smart da 1.000 kg di prodotti assorbenti usati recupera 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimero super assorbente ovvero il 100% delle materie prime che compongono questi prodotti perché il restante peso (700 kg) è costituito da materiale organico umano. Questo spiega perché il riciclo è la soluzione migliore per la valorizzazione di questa tipologia di rifiuti rispetto ad ogni altra alternativa presente oggi, ovvero discarica o inceneritore.
Come si fa a raccoglierli in maniera differenziata?
Il sistema di raccolta differenziata di questa tipologia ad oggi è porta a porta. Per offrire un’alternativa e aiutare i comuni e i cittadini ad incentivare la raccolta differenziata di questa tipologia di rifiuti, Fater Smart ha sviluppato un cassonetto cittadino intelligente (chiamato smart-bin) che stiamo attualmente testando a Verona raccogliendo, in questa fase, esclusivamente pannolini per bambini. Ne abbiamo installati otto e ad un mese dall’avvio del test abbiamo raccolto oltre 20 tonnellate di pannolini che verranno avviate al riciclo nell’impianto Fater Smart situato a Lovadina di Spresiano (TV) presso il nostro partner Contarina (una società pubblica di gestione di rifiuti del Veneto). Attualmente però in Italia circa 14 milioni di cittadini, abitanti in 900 comuni, sono già serviti da raccolta differenziata dei prodotti assorbenti per persona usati col sistema porta a porta. Purtroppo però questi rifiuti seppur raccolti in maniera separata, finiscono in discarica o negli inceneritori per la mancanza di impianti di riciclo.
L’unico impianto presente in Italia infatti è quello di Lovadina di Spresiano (Treviso) e può processare fino a 10.000 tonnellate annue di questa tipologia di rifiuti equivalenti a quelli prodotti da una comunità di circa 1 milione di persone. Per fare il salto di qualità da un punto di vista ambientale e chiudere il cerchio dell’economia circolare, è necessario che le autorità locali si attivino per la realizzazione di nuovi impianti di riciclo dei pannolini. Ogni anno in Italia vengono smaltite infatti circa 900.000 tonnellate di prodotti assorbenti per la persona pari al 3,7% del totale rifiuti, ed è una sconfitta per tutti, in primis per l’ambiente, sapere che seppure la tecnologia per valorizzarli esiste, vengono inviati in discarica o inceneriti.
Come si supera lo scoglio dell’igiene e della sicurezza sanitaria?
Investendo per raggiungere i più alti standard di sicurezza, igiene e qualità. La tecnologia sviluppata da Fater Smart segue dei protocolli rigidissimi per cui le materie prime seconde a valle del processo di riciclo sono assolutamente sterili e sicure come attestato anche dal decreto End of Waste emanato dal Ministero dell’Ambiente a firma del Ministro Sergio Costa, il primo al mondo per questa tipologia di rifiuti, che si basa su dati scientifici anche di istituti esterni, che attestano la sicurezza delle materie prime recuperate. Ad esempio, per il processo di sterilizzazione usiamo gli stessi stringenti standard usati per i presidi medico-chirurgici in ospedale.