Per smaltire in sicurezza e sostenibilità i rifiuti sanitari infetti da Coronavirus, già nei mesi scorso la Cina ha scelto di avvalersi del supporto di un’eccellenza italiana: la Newster System.
Ora l’azienda di Rimini specializzata nella gestione di rifiuti ospedalieri ha siglato, pochi giorni fa, un accordo con la Chao Capital, società di investimento di rilevanza internazionale nelle attrezzature ospedaliere sostenibili.
Sarà creato uno stabilimento nella città di Hangzhou, capoluogo della provincia di Zhejiang, di 10mila mq dove lavoreranno da 200 a 300 dipendenti e verranno prodotte fino a 3.000 macchine all’anno specializzate nello smaltimento di rifiuti sanitari potenzialmente pericolosi.
I portavoce del MoVimento 5 Stelle in commissione Ambiente alla Camera, e in particolare il deputato Alberto Zolezzi, medico pneumologo che segue con particolare attenzione i temi legati al rapporto salute-ambiente, hanno acceso da tempo i riflettori su come smaltire in sicurezza rifiuti speciali prodotti nelle strutture ospedaliere, riducendo al minimo l’impatto ambientale di questa operazioni.
Con l’approvazione definitiva al Senato del decreto Liquidità, diventa legge un emendamento sottoscritto da tutti i portavoce pentastellati della Commissione Ambiente della Camera, che apre la strada alla sterilizzazione “in situ”: il processo che prima avveniva a valle di un viaggio che trasportava i rifiuti fuori dalle strutture sanitarie, d’ora in poi dovrà avvenire presso le strutture sanitarie pubbliche e private. La portata della norma introdotta nel decreto Liquidità è limitata per ora alla fase di emergenza che stiamo vivendo, ma il nostro auspicio è che si possa presto estendere e applicare anche per il futuro.
Questa scelta porta con sé tanti vantaggi: questo tipo di processo riduce notevolmente i viaggi dei rifiuti e le emissioni legate al trasporto, abbatte i tempi di gestione e trattamento, azzera i rischi infettivi e produce un enorme guadagno in termini economici e ambientali. Sterilizzare presso gli ospedali i rifiuti infetti con un trattamento nella stessa giornata produce un risparmio stimato in circa 300mila euro all’anno per ciascuna struttura. Esteso su scala nazionale, questo sistema può portare a un risparmio di circa 170milioni di euro l’anno.
Con una piccola norma abbiamo prodotto un grande vantaggio per la collettività. Anche il risparmio di emissioni in atmosfera è enorme: il trattamento in situ può ridurre del 20% il peso e dell’80% il volume dei rifiuti a rischio infettivo, con una quantità bassissima di diossine emesse dalla combustione di quello stesso rifiuto.
Inoltre, la normativa permette a tutte le strutture sanitarie pubbliche e private che optino per la sterilizzazione in situ dei loro rifiuti di avvalersi di un regime giuridico più agile (e meno costoso), potendo contare sulla raccolta comunale anziché sui pochi gestori privati specializzati. Continueremo a lavorare per mettere in campo incentivi che permettano alle strutture sanitarie di acquistare impianti di sterilizzazione adeguati secondo la norma UNI di settore.
L’auspicio è che le nuove norme fortemente volute dal MoVimento 5 Stelle e la joint venture con la Cina possano diffondere in maniera via via più capillare questa tecnologia, in Italia così come all’estero. I rifiuti trattati con metodi adeguati di sterilizzazione, come ha confermato anche il direttore dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro, sono assimilabili a rifiuti urbani, e non più a quelli speciali, in quanto non infetti.
Questo apre la strada al riciclo di materia, con un risparmio annuo di circa 140 milioni di euro e maggiori tutele per la sicurezza e la salute pubblica.