Alla richiesta di liquidità delle imprese agricole, al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali abbiamo risposto con una rimodulazione delle risorse a disposizione del comparto primario tra Cura Italia (100 milioni) e Rilancio (500 milioni). Frutto di una concertazione tra le forze politiche e l’ascolto delle associazioni di categoria, attraverso una riformulazione del testo durante la discussione alla Camera, si è scelto di approntare una serie di misure di più immediato impatto per le imprese.
Innanzitutto stanziamo 426,1 milioni di euro dedicati agli esoneri contributivi previdenziali e assistenziali, a carico dei datori di lavoro, per i primi sei mesi del 2020, dal 1° gennaio al 30 giugno. Una misura dedicata ai comparti maggiormente colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia da Covid-19 che includono le aziende agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole nonché dell’allevamento, dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura.
Il comparto zootecnico, invece, viene sostenuto da un Fondo emergenziale con una dotazione di 90 milioni di euro che coinvolgerà la filiera suinicola, cunicola, caprina e del vitello da carne.
Altri 30 milioni di euro sono utilizzati per rifinanziare il prestito cambiario di Ismea, come richiesto dal comparto agricolo, a cui si affiancherà il Fondo di Garanzia gestito dal Mediocredito Centrale, il cui accesso diretto sarà presto operativo come da nostra norma al Cura Italia. L’obiettivo è quello di incentivare gli investimenti, sostenendo la garanzia e assicurando un afflusso cospicuo e massivo di denari al comparto primario. Un passaggio fondamentale per il rilancio delle filiere.
Ulteriori 30 milioni, poi, sono destinati alle aziende ortofrutticole danneggiate dalla cimice asiatica a valere sul Fondo di Solidarietà Nazionale; quest’ultimo, inoltre, è aperto nel limite della dotazione ordinaria alle imprese che hanno subito eventi calamitosi tra il 15 marzo e il 15 giugno mentre altri 10 milioni sono stanziati per le gelate dal 24 marzo al 3 aprile 2020.
Dal riordino delle risorse del Cura Italia, non vengono scorporati i 20 milioni di euro destinati alla pesca e all’acquacoltura, sul cui decreto attuativo si è trovata oggi l’intesa in Conferenza Stato-Regioni. Un’ulteriore buona notizia per il comparto pesca riguarda i pescatori autonomi professionali, compresi i soci di cooperative, a cui è riconosciuta una indennità di 950 euro per il mese di maggio 2020. Vengono, poi, concessi aiuti fino a 100mila euro, nel limite dell’80% delle spese ammissibili, migliorando ciò già previsto dalla Legge di Bilancio 2020, per il rifinanziamento di processi produttivi innovativi volti ad un’agricoltura di precisione o alla tracciabilità di prodotti con tecnologie blockchain. In linea con gli obiettivi di Agenda 2030, inoltre, si introduce un sistema oggettivo di valutazione della sostenibilità sia per il comparto zootecnico sia per il settore vitivinicolo per incentivare gli impatti ambientali, la diffusione delle buone pratiche e il sostegno al benessere animale.
Ristori per far fronte alle conseguenze della pandemia Covid-19 e accesso al credito per poter finalmente disporre di quelle risorse finanziarie necessarie per il rilancio delle imprese agricole e agroalimentari italiane. Se a ciò sapremo abbinare un uso sapiente dei fondi a disposizione per le esportazioni, il made in Italy potrà tornare a risollevarsi partendo dai campi e dalla tavola.