I numerosi cantieri contemporaneamente attivi sulle autostrade della Liguria in queste settimane stanno causando forti limitazioni alla circolazione stradale. Tutto questo avviene in un territorio già caratterizzato dalla cronica assenza di percorsi alternativi adeguati. La tragedia del Ponte Morandi ha poi evidenziato e moltiplicato quelle ataviche criticità.
A rendere difficile la situazione sono i lavori per le ispezioni sullo stato di conservazione delle gallerie autostradali (in Liguria ce ne sono ben 466), che si sono intensificati dopo il crollo di parte della volta in cemento della galleria Bertè lo scorso 30 dicembre, quando due tonnellate di cemento si erano staccate precipitando sulla sede stradale. Solo il caso ha evitato che quell’episodio si trasformasse in tragedia.
Rispetto alla situazione critica dei tunnel e della viabilità la reazione della politica regionale, con in testa il presidente della Regione Giovanni Toti, è stata quella di scagliarsi contro il Ministero dei Trasporti e in particolare contro il nostro sottosegretario ligure Roberto Traversi. Un fuoco di fila che ha trovato ampio sostegno da parte dei media locali. Del resto si sa, quando c’è da attaccare il MoVimento 5 Stelle la stampa torna improvvisamente vigile e ritrova vigore. A finire incredibilmente nel mirino è l’unico governo che davvero sta intervenendo per assicurare la sicurezza delle gallerie autostradali.
I responsabili della situazione attuale andrebbero ricercati tra quanti hanno governato nei 14 anni prima che al governo ci andassimo noi, ma in un mondo alla rovescia Toti e compagnia fanno le verginelle che si stracciano le vesti. Gente che non ha mai alzato un dito contro le lobby ha anche il coraggio di parlare e di criticare. E c’è chi gli da sponda senza mai muovere una critica.
Allora è il caso di spiegare cosa è successo, perchè siamo arrivati a questo punto, e ripristinare un briciolo di verità.
Nel 2004 viene varata la direttiva europea 2004/54/CE relativa ai requisiti minimi di sicurezza per le gallerie della Rete stradale trans europea.
Dopo essere stata recepita dal nostro Parlamento nel 2006, all’Italia venivano concessi ben quindici anni per mettere a norma i tunnel sul proprio territorio.
Il termine è scaduto nell’aprile 2019 ma non tutto il sistema era stato messo a norma, così scatta l’avvio della procedura di infrazione contro il nostro Paese che rischia di ricadere sulle tasche dei contribuenti.
Nel frattempo, dopo il crollo della galleria Bertè, si è mossa anche la magistratura e la procura di Genova ha aperto un fascicolo di inchiesta parallelo a quello per il crollo del Morandi ipotizzando irregolarità nei controlli sullo stato di manutenzione e conservazione delle gallerie autostradali. Una situazione sulla quale il Ministero dei Trasporti ha deciso di far luce inviando in Liguria un proprio ispettore con il compito di seguire di persona i dossier più complicati e controllare direttamente tutte le attività ispettive e i lavori di manutenzione
Dopo anni di silenzi e omissioni, dopo la tragedia del Morandi, finalmente grazie al MoVimento 5 Stelle si sta intervenendo per fare le cose come si deve e per spezzare la catena di omissioni e silenzi sui controlli e sulla prevenzione della rete autostradale.
I lavori e le ispezioni sulla rete autostradale andavano fatti e andavano fatti adesso, perché ogni nuovo rinvio avrebbe esposto i cittadini a rischi che non devono correre.
Per una volta la politica si è mossa prima delle tragedie e prima dell’intervento della magistratura. Per alcuni questo evidentemente è incomprensibile e inaccettabile.