Il prossimo sarà l’anno della riforma fiscale che il Paese aspetta da lungo tempo.
L’emergenza Covid, con i disagi che ha creato a milioni di contribuenti, rende questo passaggio ancora più urgente e decisivo.
Da luglio è scattato un primo intervento, il taglio del cuneo fiscale da 3 miliardi per 16 milioni di lavoratori dipendenti, che ha portato benefici sensibili in busta paga, ma serve andare ben oltre, affiancando alla riduzione della pressione fiscale sul ceto medio una reale semplificazione del sistema tributario, a partire dalle imprese.
A questo proposito stiamo lavorando da mesi con l’Agenzia delle Entrate per sostituire una volta per tutte il meccanismo dei saldi e degli acconti che riguarda l’Irpef di circa 4 milioni di contribuenti tra autonomi e partite Iva.
Vogliamo arrivare gradualmente ad un saldo mensile o trimestrale delle imposte sui redditi grazie alle potenzialità tecnologiche della pubblica amministrazione, alla fatturazione e allo scontrino elettronico e all’interoperabilità del cassetto fiscale. Un fisco digitale è tra le priorità di un Paese moderno.
Il sistema degli acconti, infatti, ha il limite di creare picchi improvvisi di cassa sia per il bilancio pubblico che per il settore privato. Grandi esborsi di liquidità in una o due rate annuali che potrebbero essere spalmati con maggiore gradualità durante l’anno sostituendo al modello attuale un sistema di cassa, fondato sul pagamento mensile o trimestrale delle imposte a fronte degli incassi e delle spese effettive, non presunte.
Semplificazione fa rima anche con liquidità e una maggiore liquidità può stimolare l’attività economica e consentire sul lungo periodo una riduzione della pressione fiscale complessiva, sulla quale in ogni caso interverremo già nel 2021.
Il MoVimento 5 Stelle è al lavoro per un fisco finalmente all’avanguardia.