Oggi è un giorno importante! Siamo arrivati alla conclusione di un percorso iniziato fin dal mio insediamento come Presidente della Commissione per la Biblioteca e l’Archivio Storico del Senato: il Consiglio di Presidenza ha approvato la nostra proposta di delibera per desecretare gli atti delle Commissioni parlamentari d’inchiesta sulle stragi e l’eversione custoditi presso l’Archivio del Senato e coperti da segreto funzionale.
Si tratta di documenti importanti della storia nazionale su cui gravano ancora pesanti ombre.
Studiosi, giornalisti, cittadini potranno accedere agli atti di inchieste come Ustica, Piazza Fontana, Bologna, le stragi della strategia della tensione, indispensabili per una piena trasparenza e ricostruzione della nostra storia degli ultimi 50 anni.
Il MoVimento 5 Stelle ci ha creduto, è stato un lavoro di squadra che ha visto la collaborazione del Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico, della Vice-Presidente del Senato Paola Taverna e degli altri membri 5 stelle del Consiglio di Presidenza.
Una delle promesse che abbiamo fatto ai nostri elettori è trasformare il Palazzo in una casa di vetro: qui in Senato ci siamo riusciti e la battaglia non si ferma qui. Inoltre la Commissione Antimafia guidata da Nicola Morra ha avviato per le sue competenze un’ampia desecretazione di atti della commissione che risultano essere fondamentali, a dimostrazione che se lo si vuole lo si può fare.
Ora occorrerà mettere mano ai Segreti di Stato, quelli custoditi dai nostri Servizi Segreti a Roma. Per questi il Presidente Conte ha conferito al Sottosegretario Vito Crimi la delega per la desecretazione, ma occorrerà un lavoro parlamentare di livello legislativo per superare le vischiosità delle leggi e dei regolamenti che sottraggono le carte alla disciplina del Codice Urbani, rendendo di fatto impossibile l’accesso agli studiosi.
Per questo stiamo predisponendo un disegno di legge sulla limitazione del segreto nelle pubbliche amministrazioni, sul quale auspichiamo la stessa convergenza manifestata oggi all’unanimità con lo storico voto in Consiglio di Presidenza.