Il reddito di cittadinanza funziona, ma la casta lo attacca

A cura dei deputati MoVimento 5 Stelle della commissione Affari Sociali e Lavoro.


Sembra che ogni giorno sia buono per attaccare il Reddito di Cittadinanza. L’ultima in ordine di tempo è Giorgia Meloni che ieri, sulla sua pagina Facebook, ha deciso di esercitarsi con la retorica anti reddito e anti navigator.

È davvero avvilente assistere a questo tentativo di sminuire una misura con argomenti che non tengono affatto conto di quanto bene è riuscito a fare questo strumento di sostegno alle fasce più deboli della popolazione. Partiamo dai numeri: secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Inps, tra Reddito e Pensione di Cittadinanza siamo riusciti a raggiungere circa 2,8 milioni di persone. Un totale di circa 1,3 nuclei familiari, molti con bambini e persone con disabilità, che possono oggi contare su un’integrazione economica che prima non avevano. Per noi questo è un successo importante, potremmo dire il più importante, perché abbiamo dato la possibilità a tante persone di gestire con più tranquillità le spese di ogni giorno, in particolare in questo periodo di crisi che ci ha colpito all’improvviso. Il 60% della platea che avevamo ipotizzato quando abbiamo deciso di introdurre questa misura è stato quindi concretamente aiutato fino a maggio di quest’anno.

Il Reddito e la Pensione di Cittadinanza si sono confermati fondamentali anche nella lotta contro le disuguaglianze sociali. E a dirlo è l’Istat che ha registrato nel 2019 una diminuzione della povertà assoluta, a partire dall’introduzione del Reddito di Cittadinanza, per oltre un milione di nuclei famiglie che hanno sperimentato un aumento della capacità di spendere, con effetti positivi anche sull’economia e sulla ripresa dei consumi. È assurdo che tutto questo sia interpretato come un flop da chi non trova altri argomenti per attaccarci e preferisce prendersela con una misura che aiuta chi è in difficoltà.

Quanto alla questione navigator, innanzitutto è gravissimo che Giorgia Meloni si permetta di offendere migliaia di giovani professionisti che hanno superato una selezione e hanno vinto un concorso dicendo “che non hanno competenze”. In secondo luogo, dobbiamo purtroppo ricordare alla leader di Fratelli d’Italia che è chiaro che il periodo che abbiamo vissuto dal punto di vista sanitario ha rallentato di molto il programma di politiche attive del lavoro che abbiamo voluto affiancare al programma per il Reddito di Cittadinanza. Intanto, però, presso il ministero del Lavoro esiste una piattaforma per la gestione dei patti per l’inclusione sociale attraverso la quale operano numerosi operatori. Durante l’emergenza coronavirus è stata definita la strumentazione al servizio di questi operatori ed è stata rafforzata la loro formazione. 

Gli ultimi dati comunicati da Anpal, in periodo pre-pandemia, ci parlavano già di 316 mila beneficiari di Rdc che avevano sottoscritto il patto per il lavoro, di cui oltre 116mila che sono stati convocati per un ulteriore colloquio e circa 65mila che hanno firmato un contratto di lavoro. È chiaro che serve procedere in maniera spedita su questa strada per recuperare il tempo perso a causa dello stop forzato, ma siamo determinati a farlo supportando tutte le istituzioni attive in questo processo e rispondendo a sterili polemiche che non fanno il bene dei cittadini.