“MoVimento 5 Stelle, boom di spese per eventi e missioni in pieno lockdown. Lo strano caso delle rendicontazioni dei parlamentari ad aprile”.
Questo titolo è comparso ieri sulle edizioni on line di Messaggero e Mattino (Caltagirone Editore). Lo “scoop” si basa sull’analisi delle spese rendicontate per i mesi di marzo e aprile 2020 da diversi portavoce del MoVimento alla voce “attività ed eventi”. Chissà, la parola eventi deve aver favorito la suggestione di sfrenati baccanali consumati in chissà quale località esclusiva, con l’aggravante del lockdown.
Sarebbe bastato alzare il telefono per togliersi lo sfizio di capire a cosa fosse legato quel presunto “boom”, ma avrebbe richiesto un approccio giornalistico, un minimo di professionalità. Non sia mai: meglio non verificare, rimanere nel vago e instillare il dubbio nel lettore con un articolo che getta fango a casaccio. Cosa ci avranno fatto quei grillini là con quei soldi?
Ecco la risposta: la voce “attività ed eventi” rappresenta molto semplicemente spese di pura organizzazione che i nostri portavoce sostengono per le loro attività. Nei mesi di lockdown queste voci di spesa spesso sono aumentate perché i nostri parlamentari hanno usato le relative risorse, anche quelle accantonate, per venire incontro a problemi e disagi che il Covid ha prodotto in quei mesi difficilissimi.
Quelle risorse, pertanto, sono state spese per donazioni a ospedali, per aiuti alle famiglie nel fare la spesa, nel pagare gli affitti, per acquisti di mascherine e materiale sanitario, solo per fare qualche esempio.
Questo è quello che è successo nella realtà. Se c’è qualcosa che non è casuale semmai è l’approccio nei confronti del Movimento 5 Stelle, gli attacchi che si susseguono senza sosta da quando siamo nati e che di fondo hanno sempre un unico obiettivo: screditarci e farci apparire simili agli altri. Gli altri sono quelli che cercano di livellarci, di farci apparire omologati: uguali a loro. Questo gli serve per instillare in modo strisciante il principio del così fan tutti, grazie al quale possono continuare farsi beatamente gli affari loro.
L’articolo sullo “strano caso” però almeno un pregio ce l’ha avuto: far emergere l’uso che i nostri portavoce hanno fatto di una parte dei loro stipendi. Per questo e per tutto il lavoro che fanno meritano un ringraziamento.