Eh, no. Non ci sto. Oggi ho letto un articolo di una incredibile violenza nei miei confronti: sono descritta come una svampita, una moderna Maria Antonietta che, mentre la folla urla per la fame e chiede pane, dà l’ordine di distribuire brioche.
Il titolo è eloquente: “Bus a fuoco. Le peripezie di Virginia che elogia i monopattini”. E da lì una descrizione ingenerosa di Roma, frasi totalmente inventate e attribuitemi alla leggera, episodi decontestualizzati e ricostruiti goffamente ad arte per dare una sensazione di inadeguatezza.
Al di là della solita richiesta di rettifica, che sfortunatamente lascia il tempo che trova, stavolta ho deciso di replicare. Perché quell’articolo fa male alla città ed è scritto solo per distruggerne l’immagine. Non approfondisce alcun tema. Non analizza i fatti. È un mero esercizio narcisistico di tiro al bersaglio: con molte imprecisioni raffazzona episodi diversi (alcuni li inventa di sana pianta) e li unisce tra loro in base ad una tesi precostituita come se si trattasse di modesto e presuntuoso libretto. Omette di raccontare cosa stiamo facendo, insieme ai cittadini, per riportare la legalità a Roma dopo le mangiatoie del passato culminate nell’inchiesta sul Mondo di Mezzo.
I cittadini romani meritano la verità. Meriterebbero di leggere degli sforzi e dei sacrifici compiuti, anche a costo di intimidazioni e minacce, per combattere la corruzione e contrastare le mafie. Delle villette dei Casamonica abbattute dopo 30 anni di silenzio. Della rinascita di Ostia grazie all’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine. Di un nuovo clima che finalmente porta i cittadini a denunciare abusi e soprusi, ad abbattere un muro di omertà costruito sulla paura.
Tutto si riduce ai bus andati a fuoco, sui quali potrei facilmente rispondere che si tratta di un fenomeno che riguarda tutte le città d’Italia e che comunque abbiamo ridotto grazie alla maggiore manutenzione, prima inesistente. Potrei aggiungere che abbiamo ereditato mezzi vecchi di 20 anni, che intanto ne abbiamo acquistati più di 700 (cosa che non accadeva dal Giubileo del 2000) e che ne abbiamo già messi in strada oltre 400.
Potrei dire che in due anni abbiamo assunto circa 800 dipendenti: proprio oggi abbiamo confermato l’assunzione di 330 autisti e 80 operai. Potrei ricordare che abbiamo salvato dal fallimento l’azienda pubblica di trasporto più grande d’Europa, con 1 miliardo e 300 milioni di debiti accumulati nei decenni durante i quali non governavo certo io. Potrei sottolineare che con orgoglio abbiamo salvato circa 12mila posti di lavoro. Potrei rimarcare che grazie a questa operazione garantiremo a chi vive in periferia un servizio di trasporto pubblico per andare a scuola o al lavoro.
Certo, possiamo e dobbiamo ancora migliorare ma la rotta è stata invertita. Evidentemente a qualcuno tutto questo dà fastidio.
P.S. Rivolgo un invito a tutti coloro che seguono la mia pagina o leggeranno questo post: non insultate in alcun modo i giornalisti. Sono delle persone che lavorano duramente come tutti noi. La risposta migliore è sempre raccontare la verità.