Troppe volte in passato le riforme costituzionali proposte dai vari partiti sono state pacchetti di tante misure che messe insieme stravolgevano la Costituzione e il nostro ordinamento, intervenendo in modo confuso su varie parti dell’architettura istituzionale. In mezzo a quelle macro riforme difficilmente comprensibili per i cittadini, qualcuno aveva inserito anche un timido taglio dei parlamentari. Ma non è un caso che non siano mai arrivate all’approvazione definitiva: o si sono arenate in Parlamento o sono stati i cittadini a dire NO a cambiamenti pasticciati e a volte pericolosi. L’ultima volta fu la nostra vittoria nel referendum del 2016.
In questa legislatura la musica è cambiata, è stato fatto un lavoro a marchio 5 Stelle: abbiamo proposto e esaminato singole riforme puntuali, ognuna che apporta modifiche precise, comprensibili e giudicabili singolarmente. Il 20 e 21 settembre abbiamo l’appuntamento con il Sì definitivo al taglio del numero dei parlamentari, un testo snello che può portarci ad ottenere per la prima volta questo risultato tanto importante. E’ una legge semplice e chiara: i deputati passano da 600 a 400, i senatori da 315 a 200, in totale avremo 600 parlamentari anziché 945.
Con la riduzione del numero di parlamentari non ci sarà una diminuzione del collegamento tra eletti ed elettori, tra rappresentanti in Parlamento e territorio di elezione. Quando in passato si stabilì in 945 il numero dei parlamentari, il legislatore aveva in mente un deputato o un senatore che copriva da solo, con il suo impegno fisico, tutto il territorio in cui era stato eletto, casa per casa, ricevendo tante lettere cartacee e dedicando del tempo ad ogni singola telefonata. Adesso la comunicazione e l’interazione tra le persone sono radicalmente cambiate: l’incontro e la presenza fisica restano importanti e doverosi ma la tecnologia ha creato una rivoluzione. I rappresentanti dei cittadini sono sempre connessi e raggiungibili.
Inoltre, dal taglio delle poltrone conseguirà una migliore selezione qualitativa dei parlamentari: di fronte a una riduzione del numero dei posti disponibili, le forze politiche saranno costrette a selezionare meglio i candidati, per non sprecare slot con persone poco credibili. Di conseguenza aumentano l’importanza, il prestigio, l’autorevolezza e forse anche il senso di responsabilità degli eletti nell’esercizio del mandato.
E non dimentichiamolo: questa riforma 5 Stelle porta un risparmio di 300 mila euro al giorno, 100 milioni l’anno.
Siamo all’ultimo miglio di un lungo cammino che sembrava infinito: diciamo Sì ad un Parlamento più sobrio e più efficiente.