Il taglio del numero dei parlamentari è stato approvato quasi all’unanimità. Manca solo la conferma da parte dei cittadini perché questo provvedimento diventi legge. È una riforma invocata da quarant’anni, tutti indistintamente si sono sempre espressi a favore ma, ora che manca solo un passo, ecco che qualcuno solleva dei dubbi. Il MoVimento 5 Stelle tiene fede all’impegno assunto con i cittadini e lo fa per solide ragioni che vorrei esporre una ad una, anche per replicare a chi ha in passato ha sostenuto il taglio e ora ha improvvisamente mutato opinione, magari solo per convenienza politica.
Come Ministro per i Rapporti con il Parlamento ho seguito tutto il percorso di questo provvedimento e conosco bene le ragioni che spingono a varare questa riforma che renderà più forte la nostra democrazia. Ci sono almeno 10 buoni motivi per votare Sì al referendum.
1. È una riforma circoscritta. La legge sul taglio del numero dei parlamentari rappresenta un cambiamento rispetto al passato anzitutto per una questione di metodo: non più grandi riforme dal contenuto complesso e disomogeneo ma un intervento mirato e specifico. Così i cittadini possono scegliere davvero liberamente, perché non saranno chiamati a esprimersi su molteplici questioni su cui si possono avere opinioni diverse, ma su una riforma puntuale e chiara: la riduzione del numero di deputati e senatori.
2. Ci allineiamo alla media europea. Sulla composizione dei Parlamenti è necessario fare chiarezza una volta per tutte: con 630 deputati e 315 senatori siamo il Paese che ha il più alto numero di parlamentari direttamente eletti d’Europa. La Germania ne ha 709, la Gran Bretagna 650 e la Francia 577. Noi 945. Con la nostra riforma l’Italia rientrerà nella media dei grandi Paesi europei: se oggi abbiamo 1,6 eletti ogni 100.000 abitanti, con il taglio del numero dei parlamentari il rapporto sarà di 1 a 100.000 (lo stesso dato della Gran Bretagna, mentre in Francia e Germania è di 0,9).
3. Il Parlamento sarà più efficiente. Con la riforma le Camere lavoreranno meglio, in maniera più snella ed efficiente. I dibattiti potranno essere più approfonditi e le decisioni legislative più meditate. Insomma, meno ripetitività e più qualità nell’attività legislativa.
4. Si rafforzerà la rappresentanza. Grazie a questa riforma la selezione degli eletti sarà più accurata e ogni singolo parlamentare sarà più influente nell’attività delle Camere. Il lavoro di deputati e senatori sarà più determinante e anche il Governo dovrà tenerne in maggior conto. Sarà scoraggiato l’assenteismo, perché in un Parlamento più ridotto i partiti non potranno permettersi che i parlamentari si assentino.
5. I cittadini conteranno di più. Con un Parlamento meno numeroso i cittadini potranno più facilmente seguire l’operato dei singoli parlamentari. Così i parlamentari dovranno maggiormente tener conto dei loro interessi e delle loro opinioni. Pertanto, a seguito della riforma il legame con i parlamentari sarà più immediato e diretto. I cittadini conteranno di più e al tempo stesso i parlamentari saranno maggiormente responsabili.
6. È una riforma promessa da anni. È da quasi quarant’anni che si propone di tagliare il numero dei parlamentari. Se già durante i lavori della Costituente venivano sollevate obiezioni sulla composizione delle Camere, è a partire dal 1983 con la Commissione Bozzi che il Parlamento prova ad autoriformarsi. Si sono succeduti poi i tentativi della Commissione De Mita-Iotti del 1992 e della Bicamerale D’Alema, che proposero proprio di ridurre i parlamentari a 400 deputati e 200 senatori. Tentativi analoghi furono fatti prima dal centrodestra e poi dal centrosinistra, fino alla Commissione Letta-Quagliariello e alla riforma Renzi-Boschi. Finalmente è il tempo di passare dalle parole ai fatti.
7. Tutti i gruppi parlamentari hanno votato a favore. La legge sul taglio del numero dei parlamentari ha previsto quattro votazioni (una doppia lettura conforme di Camera e Senato) ed è stata approvata con ben 553 voti favorevoli nell’ultima lettura della Camera, pari al 98%. Nessun gruppo parlamentare ha votato contro questa riforma: un’approvazione quasi all’unanimità. Questo dimostra che tutti i partiti sono a favore della riduzione dei parlamentari ed è singolare che ora qualcuno avanzi dei dubbi, evidentemente strumentali.
8. È l’occasione per riformare la legge elettorale. Con l’approvazione del taglio dei parlamentari abbiamo contestualmente previsto una modifica della disciplina elettorale per rendere immediatamente applicabile la riforma. Al netto di questa modifica tecnica, è chiaro che la riduzione del numero di deputati e senatori fornisce l’occasione per varare anche una nuova legge elettorale. È da essa che dipende infatti il livello della rappresentanza. La maggioranza ha siglato un accordo ed è al lavoro su questo punto.
9. Ora o mai più. Abbiamo un’opportunità da cogliere: mai prima d’ora, dopo quarant’anni di proposte e dibattiti, si era arrivati così vicini a ridurre davvero il numero dei parlamentari. Ora è il momento di compiere l’ultimo passo per rendere il Parlamento più efficiente e migliorare la qualità della rappresentanza.
10. Sì al cambiamento. Votare a favore del taglio dei parlamentari significa confermare la decisione presa dalle Camere e dire sì al percorso di autoriforma delle istituzioni che abbiamo avviato. Significa dire Sì al cambiamento che da anni i cittadini chiedono alla politica.
Queste sono le principali ragioni per votare Sì al referendum del 20 e 21 settembre. Non è tra i motivi della riforma, ma con il taglio si otterranno anche notevoli risparmi: una conseguenza sicuramente positiva e non trascurabile perché si tratta di mezzo miliardo di euro a legislatura. Quindi le Camere lavoreranno in maniera più spedita, i cittadini saranno meglio rappresentati e si risparmieranno 300mila euro al giorno.
Le ragioni del No sono estremamente deboli, confuse e contraddittorie, molti costituzionalisti lo hanno sottolineato. Le ragioni del Sì sono invece solide, chiare e coerenti con ciò che da decenni tutti hanno sempre proposto. Manca solo un ultimo passo e il taglio dei parlamentari sarà realtà. Per questo #IoVotoSì al referendum.