La riduzione del numero dei parlamentari è una legge che vuole riportare il Parlamento totalmente al servizio dei cittadini e non, come accade oggi per una parte degli eletti, al servizio degli interessi particolari dei partiti.
Purtroppo negli anni abbiamo potuto verificare come alcune candidature rispondano non all’esigenza di rappresentare gli interessi dei cittadini ma alla necessità di accontentare qualcuno, dare uno scranno e i relativi privilegi a chi ha perso un altro posto sotto la luce del sole.
Poi c’è tutto un capitolo che riguarda il finanziamento dei partiti: più posti in Parlamento significa avere più candidature e quindi incassare più denaro, perché nei partiti accade che chi vuole entrare in lista debba versare anche decine di migliaia di euro per “sostenere” la campagna elettorale e altre spese. E poi gli stessi candidati una volta eletti versano al partito di appartenenza una cifra consistente ogni mese. Quegli stessi soldi che noi destiniamo al microcredito, ai terremotati, alla protezione civile per l’emergenza Coronavirus loro li usano esclusivamente per l’attività interna.
Questo modo di fare protratto negli anni ha fatto sì che troppe volte chi siede alla Camera e al Senato stia lì per motivi del tutto estranei al sacro mandato dei cittadini. Il MoVimento 5 Stelle ha dimostrato che si può fare politica solo con le donazioni volontarie. E ora, proprio grazie al MoVimento 5 Stelle, per la prima volta, e forse unica, c’è l’occasione di cambiare.
E noi cosa ci guadagniamo? Nulla. Il MoVimento 5 Stelle subirà un taglio degli eletti da questa riforma, ma è giusto così nell’interesse degli italiani.
Con un numero di deputati e senatori più sobrio e in linea con gli altri paesi europei ci sono i presupposti affinché tutte le forze politiche selezionino meglio gli eletti. Ci sarà poco spazio per piazzare dei nomi in lista contando sull’abbondanza dei posti. Chi candiderà qualcuno che magari porta denaro o vanta un credito “politico” e poi in Parlamento fa l’imboscato rischia di trovarsi scoperto in commissione e in Aula.
La nostra riforma costituzionale gioca a favore di un più autentico rapporto tra eletti ed elettori e contro la partitocrazia. Questa è l’occasione: ora o mai più!