Era l’8 settembre 2007. Un sabato di fine estate. Sin dalle prime ore del mattino, decine di migliaia di cittadini, richiamati da una campagna iniziata in rete qualche mese prima tramite il blog di Beppe Grillo, iniziarono ad affluire in centinaia di piazze d’Italia.
Si misero diligentemente in fila. Con la carta d’identità in mano. Erano pronti a firmare una legge d’iniziativa popolare chiamata “Parlamento Pulito”. Dall’altra parte, ad accoglierli, c’erano migliaia di ragazze e ragazzi, donne e uomini dalle più disparate provenienze e accumunati da un sogno di cambiamento.
Si riunivano in tutta Italia nei Meet Up ‘Amici di Beppe Grillo’, nati in rete nel 2005 su iniziativa di Beppe e Gianroberto. Quel giorno, a sorpresa per il sistema dei partiti ma non per quei due sognatori, firmarono oltre 350.000 persone. Il numero minimo per presentare la legge era di 50.000. Cinquantamila come le persone che nel pomeriggio di quel giorno accorsero in piazza Maggiore a Bologna per l’evento principale del Vday 1, dove oltre a Beppe parlarono giornalisti, associazioni, il Premio Nobel Joseph Stiglitz e si suonò musica sognando un’ Italia migliore.
Quei 350.000 che firmarono la legge in un solo giorno chiedevano:
- NO PARLAMENTARI CONDANNATI “No ai 25 parlamentari condannati in Parlamento.” Nessun cittadino italiano può candidarsi in Parlamento se condannato in via definitiva, o in primo e secondo grado in attesa di giudizio.
- DUE LEGISLATURE – “No ai parlamentari di professione da venti e trent’anni in Parlamento.” Nessun cittadino italiano può essere eletto in Parlamento per più di due legislature. La regola è valida retroattivamente.
- ELEZIONE DIRETTA. “No ai parlamentari scelti dai segretari di partito”. I candidati al Parlamento devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta.
I media li chiamarono “qualunquisti”, “eversori”. Lo stesso fece gran parte dei politici da destra a sinistra che non colse quel movimento di cittadini. La legge popolare venne depositata in Parlamento. Ma i partiti continuarono a fare orecchie da mercante. Beppe si recò a Roma, poi nell’anniversario del Primo Tricolore nel gennaio 2010 chiese d’incontrare il presidente del Senato. Quella legge andava discussa! Nel settembre 2011, migliaia di cittadini scesero di nuovo pacificamente a Roma per il ‘Cozza Day’ , implorando i partiti di tirare fuori dai cassetti la legge ‘Parlamento Pulito’ che avevano firmato. In segno di pacifica protesta posero una cozza di fronte di Montecitorio. I media italiani nascosero l’evento ma non quelli stranieri.
Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti. Ma tanti passi in avanti sono stati fatti grazie a chi da quel giorno ha preso coscienza che lottando pacificamente per delle idee, si può cambiare la società. Così nel novembre 2012 venne approvata la legge Severino sull’incandidabilità di condannati e la loro decadenza. E infatti nel novembre 2013 il neoeletto e condannato per frode fiscale Berlusconi decadde dal Senato. Poi nel 2018, con il MoVimento 5 Stelle al governo la legge Spazzacorrotti implementò quelle norme anti-corruzione.
Il MoVimento 5 Stelle ha messo tra i propri cardini il limite di due mandati in Parlamento e i principi della legge Parlamento Pulito nel proprio “codice etico”. Ora una nuova legge elettorale proporzionale è in discussione in Parlamento. Una norma che darà vera rappresentanza ai cittadini. Il Movimento 5 Stelle, proprio come tredici anni fa, chiede che siano gli elettori a scegliere i propri rappresentanti direttamente. L’8 settembre 2007 il Vday 1, ci ricorda quali sono le nostre radici. Radici di cambiamento, pacifico e democratico. Da perseguire con costante coerenza ogni giorno.