Temperatura media in aumento fino a 2 gradi centigradi entro un paio di decenni. Ondate di calore ed estati senza pioggia al Centro-Sud alternate a precipitazioni violentissime in tutto il Paese, con il pericolo di eventi estremi già aumentato del 9% e in continua crescita. L’analisi dei rischi per il nostro Paese, connessi alle conseguenze dei cambiamenti climatici, contenuta nel recente report realizzato dalla Fondazione Cmc, ci dice che la temperatura media nel nostro Paese potrebbe addirittura arrivare a un aumento di 5 gradi, con un costo per le casse dello Stato che a fine secolo rischia, nello scenario peggiore, di ammontare all’8% del Pil italiano.
Insomma, non intraprendere iniziative di contrasto e di adattamento alle conseguenze del climate change significa andare incontro a una grande instabilità, a pesanti danni per gli ecosistemi, l’incolumità e la salute delle persone, a siccità e incertezza sul fronte dell’approvvigionamento di cibo, solo per fare qualche esempio.
L’alternativa a questo scenario, fino a poco tempo fa era di difficile attuazione, perché non si riteneva impossibile sostenere finanziariamente una necessaria quanto urgente riconversione in chiave ecologica dell’economia e un nuovo modello di organizzazione delle città e di salvaguardia del territorio. Il MoVimento 5 Stelle non si è mai arreso a questa idea e dal primo giorno in cui è andato al governo del Paese ha concentrato gli sforzi per adottare provvedimenti e realizzare investimenti in grado di rispondere all’emergenza climatica in atto. Il decreto Clima, lo stop alle trivelle e l’addio al carbone, il sostegno al trasporto pubblico e alla mobilità sostenibile, gli incentivi agli impianti a energie rinnovabili configurati per l’autoconsumo collettivo e le comunità energetiche, i fondi per le imprese che puntano sull’economia circolare e il Superbonus al 110% sono tutte misure che vanno nella direzione di innovare riducendo l’impatto delle attività antropiche sugli ecosistemi e abbassando il livello delle emissioni di gas serra.
Un piccolo segnale di inversione di rotta a livello europeo, stando ai dati preliminari dell’Agenzia Europea per l’Ambiente Aea, si intravede nella diminuzione dei gas serra del 24% dal 1990 e nel calo del 4% registrato tra il 2018 e il 2019, anno in cui l’economia era in crescita e ancora non si era palesata la pandemia. Ora sta a noi continuare a percorrere la strada della riconversione ecologica facendo ricorso alle opportunità che arrivano dal Recovery Fund, dal momento che il 37% dei 209 miliardi destinati all’Italia sarà destinato a misure orientate alla sostenibilità.
Tutto il MoVimento, dagli attivisti ai portavoce passando per i membri del governo, è al lavoro per cogliere questa opportunità di produrre benessere diffuso riducendo le disuguaglianze economiche e territoriali, producendo buona economia e più posti di lavoro. Per trasformare la crisi climatica in opportunità serve l’impegno di tutti: noi facciamo la nostra parte ma non ci limitiamo a questo. L’emergenza in atto ci autorizza a pretendere che tutte le istituzioni, a tutti i livelli, diano il massimo per centrare l’obiettivo: ancora una volta saremo il traino di un cambiamento che riguarda l’intera società.