La scorsa settimana in Commissione Affari costituzionali è stato adottato un testo base da cui partire per la costruzione della nuova legge elettorale.
La legge elettorale è una delle più importanti per la democrazia di un Paese, è quella che determina le regole perché i voti espressi si traducano poi in seggi da assegnare ai partiti e alle forze politiche che concorrono per comporre il Parlamento.
Per anni abbiamo assistito a leggi scritte poche settimane prima della campagna elettorale, il più delle volte dichiarate incostituzionali dalla Consulta, l’ultima addirittura a Camere sciolte, con l’unico obiettivo di avvantaggiare chi deteneva il potere e svantaggiate i partiti scomodi.
Per anni abbiamo sentito parlare della necessità di garantire stabilità al governo e di scrivere leggi che consentissero di avere un vincitore “la sera stessa delle elezioni”, in barba al principio della rappresentanza, senza peraltro raggiungere il risultato sperato.
Inoltre la storia contemporanea ci consegna un panorama politico non più leggibile in termini di bipolarismo: non esistono più i due grandi poli contrapposti che si contendono il ruolo di governo.
Da qui siamo partiti per la costruzione di una legge elettorale che sia il più possibile aderente alla realtà politica attuale e che giunga a esaltare la volontà espressa dagli elettori.
Il testo base adottato in commissione rappresenta il frutto di un accordo politico di massima tra le forze che compongono la maggioranza: si tratta di un sistema elettorale di tipo proporzionale con una soglia di sbarramento del 5% e un diritto di tribuna per le liste che non raggiungono tale soglia. Tutti gli altri aspetti, come il sistema delle preferenze e quindi il superamento dei cosiddetti listini bloccati, saranno demandati a un successivo accordo da raggiungere in sede parlamentare.
Si tratta solo di un primo importante passo per la costruzione di una legge elettorale finalmente rispettosa della volontà degli elettori. Per ottenere questo risultato non si può prescindere dall’introduzione delle preferenze e dalla cancellazione delle liste bloccate, perché la scelta dei rappresentanti non sia più interamente demandata ai capi partito.
Un sistema realmente democratico deve consentire ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti e non di ratificare scelte fatte da due o tre persone nelle stanze di una direzione di partito.
Abbiamo ottenuto un primo risultato importante: iniziare a scrivere la legge elettorale lontano dalla data delle elezioni, valorizzare le singole liste e non più le accozzaglie formate ad arte prima delle elezioni per poi sciogliersi all’indomani. Ma dalle prossime settimane inizierà il percorso che ci porterà ad approvare la legge elettorale che sia la migliore possibile per fare in modo che i principi democratici scritti sulla Carta siano effettivamente rispettati a cominciare dal diritto di scelta degli elettori che per noi è sacrosanto e non è negoziabile.