Nel costante impegno a proteggere e rilanciare il nostro tessuto economico-produttivo, il Governo ha introdotto e confermato importantissime misure di fiscalità di vantaggio, riconoscendo una vasta serie di crediti d’imposta.
Su tutti, ovviamente, pensiamo al Superbonus 110% per rilanciare un’edilizia virtuosa e consentire alle famiglie di effettuare interventi edilizi di miglioramento energetico e antisismico a costi ridottissimi, praticamente zero.
Il Superbonus, che intendiamo prorogare, può davvero essere un meccanismo vincente perché si basa sulla libera circolazione e cessione a terzi del relativo credito d’imposta, fino ad arrivare in banca. Ma gli esempi sono numerosi. Si pensi ai crediti d’imposta introdotti per per il bonus affitti, ai crediti d’imposta legati a Transizione 4.0, che il Governo è impegnato a rendere triennale.
La quantità di crediti d’imposta riconosciuti deve portarci a valutarne un utilizzo anche come mezzi di pagamento ad accettazione volontaria, come corrispettivo per l’acquisto di beni e servizi.
La tecnologia ci può aiutare a strutturare una piattaforma informatica per certificare questi crediti e farli circolare. Si potrebbero usare gli attuali cassetti fiscali, oggi consultabili sul sito dell’Agenzia delle entrate, e trasformarli in “borsellini” fiscali, consentendo a imprese e cittadini di fare acquisti usando i crediti fiscali registrati sui medesimi borsellini.
Come MoVimento 5 Stelle, grazie all’iniziativa di alcuni portavoce al Senato, abbiamo da tempo pronta una proposta molto interessante e innovativa, peraltro recentemente inserita nella Relazione sulle linee guida del Piano nazionale di ripresa e resilienza, condivisa da tutte le altre forze politiche.
Il Superbonus ha spalancato una porta. Abbiamo la possibilità di immettere ingenti risorse nel circuito economico, senza aumentare ulteriormente il debito e spingendo il Pil con un meccanismo interno innovativo e virtuoso.