Internet è una rivoluzione. Non un semplice prodotto che può aiutarci a vivere meglio la vita di sempre o a lavorare meglio nello stile di sempre. No. Internet deve, necessariamente, portare ad una vera e propria trasformazione radicale delle aziende, dei prodotti, delle relazioni umane e aziendali… Altrimenti il suo senso ne risulterà travisato e inespresso.
È questa, come scrive Renato Mannheimer nella prefazione di “Il web è morto, viva il web” (Pro Sources, 2001), l’idea forte che ispirava Gianroberto Casaleggio, che nel libro propone spunti di riflessione, lancia provocazioni forti, a volte moniti. Come a dire: attenti! Perché nella rivoluzione bisogna inserirsi con anticipo e con una presa di coscienza forte. Il cambiamento deve essere affrontato per tempo e nella convinzione che a cambiare non sarà solo la superficie, ma la sostanza delle cose.
Proprio per questo vogliamo regalarvi alcuni stralci di “Il web è morto, viva il web”. E per ricordare oggi, nel giorno del compleanno del MoVimento 5 Stelle, parte di quel pensiero, di quelle idee che lo hanno portato a fondare il MoVimento e il suo cuore pulsante: il Progetto Rousseau.
Era la mitica capitale del regno di re Artù, simbolo di un mondo favoloso in cui vigeva l’armonia. Camelot rappresenta la leggenda più importante della tradizione britannica … ma non solo.
Re Artù è più un simbolo che una realtà storica, la sua figura è stata associata al mondo cavalleresco, alle pratiche magiche dei druidi, alla ricerca del Santo Graal. La sua identità è rimasta controversa, con tutta probabilità fu un comandante bretone o un soldato romano che si oppose agli invasori Angli, Juti e Sassoni nel VI secolo.
Il medioevo ed anche il mondo moderno hanno ripreso dalla saga di Artù concetti e riferimenti: dal Graal ad Avalon, dall’amor cortese alla cavalleria.
Camelot è rimasta nell’immaginario come comunità di persone libere, felici e determinate a rimanere tali. Re Artù regnava perché considerato il migliore.
Camelot è un ottimo esempio per le società che vogliono emergere nella Rete.
Le persone desiderano essere felici nel luogo di lavoro, fare parte di una comunità in cui si riconoscono, avere la possibilità di essere valutate per le loro capacità. Le persone ambiscono a Camelot.
Non tutte le società che operano sulla Rete sono simili a Camelot. Anzi, quasi nessuna! Ma saranno costrette a cambiare. Per ragioni di business!
A un’azienda, che sia new o old economy, se ha delle buone idee oggi non mancano le risorse finanziarie e neppure il mercato. Ogni azienda ha un solo, fondamentale problema : la mancanza di persone qualificate. Per le società di information technology l’attrition rate (il numero di persone medio che si dimette in un anno) è del 37% in California, del 28% in Europa Occidentale e nell’Italia del Nord è superiore al 20%.
Il presidente di una dotcom di San Francisco, alla mia domanda sulla ricerca di personale nella sua città, mi ha risposto che a San Francisco il problema della ricerca del personale non esiste. Semplicemente perché non c’è più personale. Se una società californiana vuole espandersi deve aprire uffici in altre città. Il cancelliere tedesco Schroeder ha avviato una campagna per attrarre persone con competenze hi-tech dai Paesi dell’Est Europa perché in Germania la crescita dell’economia è minacciata dalla mancanza di persone qualificate.
Recentemente ho assistito a uno spettacolo di Beppe Grillo che, facendo riferimento alla disumanità della nostra società, ha proiettato un inserto pubblicato su un quotidiano milanese da una grande società di consulenza americana per la ricerca di Risorse Umane. Non persone, ma risorse umane! lo da quella società non mi farei mai assumere. E con me quasi tutti i ragazzi che oggi escono dalle Università.
Altro esempio, una grande banca convoca una ventina di neolaureati della Bocconi, si presentano in quattro e nessuno si fa assumere. La banca non capisce il perché e attribuisce la colpa all’immaturità dei ragazzi.
Nella Rete le persone decideranno per chi e come lavorare, le società che riusciranno ad attrarle e a tenerle faranno business, le altre usciranno dal mercato. Ne usciranno insieme ai dirigenti devoti al command and control, agli amministratori nominati per ragioni politiche e ai responsabili del personale che di tutto si occupano tranne che di dialogare con le persone in azienda.
Le società per attirare le persone, e in particolare i talenti, devono dare loro la possibilità di esprimersi e di confrontarsi tra uguali, come i cavalieri della Tavola Rotonda. La Tavola Rotonda simboleggiava la pari dignità di tutti i cavalieri. Un simbolo rimasto così potente ed attuale da essere utilizzato ancora oggi dalle Nazioni Unite.
Non esistono il lavoro ed il tempo libero, esiste solo il tempo. Un tempo unico in cui le persone vogliono crescere professionalmente ed essere felici. Le società che lo sapranno realizzare saranno le sole a vincere nel Regno della Rete.