Gianroberto Casaleggio: Internet homini lupus

Internet è una rivoluzione. Non un semplice prodotto che può aiutarci a vivere meglio la vita di sempre o a lavorare meglio nello stile di sempre. No. Internet deve, necessariamente, portare ad una vera e propria trasformazione radicale delle aziende, dei prodotti, delle relazioni umane e aziendali… Altrimenti il suo senso ne risulterà travisato e inespresso.

È questa, come scrive Renato Mannheimer nella prefazione di “Il web è morto, viva il web” (Pro Sources, 2001), l’idea forte che ispirava Gianroberto Casaleggio, che nel libro propone spunti di riflessione, lancia provocazioni forti, a volte moniti. Come a dire: attenti! Perché nella rivoluzione bisogna inserirsi con anticipo e con una presa di coscienza forte. Il cambiamento deve essere affrontato per tempo e nella convinzione che a cambiare non sarà solo la superficie, ma la sostanza delle cose.

Proprio per questo vogliamo regalarvi alcuni stralci di “Il web è morto, viva il web”. E per ricordare parte di quel pensiero, di quelle idee che lo hanno portato a fondare il MoVimento 5 Stelle e il suo cuore pulsante: il Progetto Rousseau.


Internet homini lupus, ovvero Internet è lupo all’uomo, nel senso che ne cambia il comportamento rendendolo simile a quello del lupo.

Reinterpretando un popolare proverbio latino: “Homo homini lupus”, riportato da Plauto nella Asinaria. Proverbio che non rende giustizia al lupo, citato per un comportamento crudele che invece riguarda l’uomo. Il lupo è un animale sociale che non uccide un suo simile dopo averlo sconfitto in combattimento, come al contrario accade spesso all’uomo.

Nella complessa organizzazione sociale dei lupi ricopre un’importanza fondamentale la muta di caccia. La muta di caccia dei lupi è da sempre associata alla velocità del movimento collettivo finalizzato ad una meta comune: la cattura della preda. La muta ha un senso di unità e di scopo, i lupi nella muta recitano ognuno una parte a vantaggio di tutto il branco e il successo della caccia aumenta proporzionalmente al numero di partecipanti alla battuta. Dopo la cattura, la preda viene spartita tra tutti i lupi con un preciso rituale di ripartizione che viene sempre rispettato.

Elias Canetti, Nobel per la letteratura, credeva che l’uomo primitivo avesse copiato dai lupi alcuni dei suoi comportamenti sociali e in particolare la tecnica della caccia. L’uomo moderno ne adotterà alcuni comportamenti con la diffusione di Internet.

Nella Rete le società, per sopravvivere, devono associarsi come la muta di caccia dei lupi. La creazione di networks di conoscenze e di competenze assicura un vantaggio competitivo e maggiori probabilità di successo. La partnership tra aziende sostituirà il controllo, normalmente praticato con le acquisizioni di società o con rapporti feudali tra la grande azienda e i suoi molteplici fornitori.

Il controllo non serve a generare valore, ma a distruggerlo. Negli ultimi mesi, una società che sviluppa website e un service provider che conosco, sono stati acquisiti con la logica del controllo, per lucrare multipli di borsa, da società di dimensioni maggiori. Gli elementi migliori delle società acquisite se ne sono andati subito dopo! Delle società sono rimasti solo i nomi e, per poco ancora, gli sfortunati clienti.

Le intelligenze non si possono comprare, ma associare. L’associazione delle intelligenze con un fine comune in una comunità virtuale genera velocità e unità di intenti, come la muta di caccia.

La distribuzione di competenze in un network comporta la focalizzazione sui processi di core business da parte di ogni azienda. Per rimanere sul mercato ogni società dovrà fare, e bene, solo l’attività in cui ha competenze specifiche e originali, tutto il resto resto deve essere demandato al network e questo genera eccellenza.

La fiducia tra le società che si associano in un network, così come tra i lupi del branco, è una qualità fondamentale nella Rete. I patti vanno rispettati, la preda (il mercato) va spartita secondo l’apporto di ognuno e tra tutti.

Business is a matter of trust … e chi non si conforma a questo semplice principio rischia di fare la fine del lupo solitario.

La figura romantica del lupo solitario, che decide di vivere e cacciare da solo, non esiste. Un lupo vive e caccia in branco. Se ne viene allontanato dal lupo dominante, dopo un breve periodo muore di fame.